Il ministro della Salute Roberto Speranza ha dato mandato all'ufficio legislativo del suo dicastero per verificare il quadro normativo sui trattamenti sanitari obbligatori. L'obiettivo è quello di studiare una eventuale norma più stringente che riguarda la tutela contro il Covid dopo il caso del focolaio veneto. La verifica tecnica servirà anche di supporto alle eventuali scelte in questo senso delle autorità locali.
Il primo a parlarne era stato Luca Zaia A mettere al centro dell'agenda politica la possibilità di fare un Tso per i soggetti positivi al coronavirus che rifiutano il ricovero era stato il governatore veneto Luca Zaia, dopo il caso dell'imprenditore vicentino, rientrato da un viaggio di lavoro in Serbia, che constatata la positività al coronavirus ha rifiutato il ricovero in ospedale scegliendo di tornare a casa in isolamento, seguendo le procedure sanitarie previste dal protocollo. La possibile stretta del governo potrebbe però creare una forte discussione in merito alla costituzionalità delle restrizioni che si vorrebbero adottare. Intanto cresce il numero dei sindaci che chiede un inasprimento delle norme per chi potrebbe creare pericoli.
Il sindaco di Codogno: "Tso per chi crea pericoli" Anche il sindaco di Codogno Francesco Passerini ha avallato la proposta di Zaia qualche giorno fa affermando: "Dovrebbe essere considerato reato. Dopo tutto quello che è successo, se uno consapevolmente va in giro positivo, forse il Tso è l'unica soluzione, perché crea un pericolo esponenziale per sé e per gli altri. Nessuno vuole pensare di tornare al periodo drammatico che abbiamo vissuto".