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Italicum, slitta il voto alla Camera "Disappunto" Berlusconi su Renzi

Ancora nessun accordo sulla legge elettorale. Nel pomeriggio i deputati avrebbero dovuto dare il loro parere su circa 300 emendamenti. Intoppi in Commissione Affari Costituzionali

ansa

Si allontana il voto sulla legge elettorale alla Camera. Rinviato alle 16 il Comitato dei Nove della Commissione Affari Costituzionali che in mattinata doveva esaminare gli emendamenti all'Italicum. Nel pomeriggio i deputati avrebbero dovuto dare il loro parere sui circa 300 emendamenti, ma il rinvio sembra inevitabile. Intanto il premier Matteo Renzi dovrà sciogliere il nodo Senato. Ok di Silvio Berlusconi sull'Italicum "solo per la Camera".

Piccoli partiti e Ncd in testa chiedono infatti che la legge non entri in vigore prima che sia stata decisa la sorte di Palazzo Madama. Ma su Twitter il presidente del Consiglio rispondeva al direttore di Vanity Fair così: "Ce la facciamo, sarà rivoluzione". Si è messa di mezzo però la richiesta di uno slittamento del Comitato dei Nove, arrivata dal capogruppo Pd in commissione, Emanuele Fiano.

Tra i partiti Alfaniani e il fronte composito della minoranza dem, ma anche le altre piccole comapgini della maggioranza di governo, chiedono quindi che si vincoli l'entrata in vigore dell'Italicum alla riforma del Senato. E mettono sul piatto diverse soluzioni: il "lodo" D'Attorre (cancellare dall'Italicum le norme sul Senato), il "lodo" Lauricella (la legge è applicabile solo dopo la riforma del bicameralismo), il "lodo" Pisicchio (entrata in vigore dopo un anno o 18 mesi), il "lodo" Balduzzi (gennaio 2016).

Si tratta su termine di 12 mesi per l'entrata in vigore - Al centro dei colloqui di queste ore c'è anche l'ipotesi di fissare un termine di 12 mesi all'entrata in vigore dell'Italicum, per poter nel frattempo fare la riforma del Senato. A tale ipotesi, che sarebbe stata prospettata dal Pd a Fi, è però contraria la minoranza Dem. La proposta trova forti perplessità anche in Ndc.

Berlusconi: "Piena collaborazione di Fi" - "Confermiamo la piena collaborazione sulla legge elettorale". Lo ha affermato Silvio Berlusconi al termine del vertice a Palazzo Grazioli. Il leader di Fi ha invece ribadito la chiara "opposizione sui temi economici e sociali, a partire dalla necessaria riduzione fiscale e del peso dello Stato".

"Disappunto per le difficoltà di Renzi" - Berlusconi ha anche espresso il suo "disappunto per le difficoltà di Renzi" di portare avanti la trattativa. "Prendiamo atto con grave disappunto della difficoltà del presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati", ha affermato.

Berlusconi, 4 ore di vertice a Palazzo Grazioli - E' durato più di quattro ore il vertice convocato da Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli per trovare un'intesa per portare in Aula già entro sera la legge. Con il leader del partito, tra gli altri, Denis Verdini, Giovanni Toti e i capigruppo di Fi alla Camera e al Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani.

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