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Gentile si dimette da sottosegretario ma nella squadra ci sono 5 indagati

Il senatore Ncd scrive al premier: "Sono vittima di illazioni". Alfano: "Lo ha fatto per il bene comune". Ma nel team di Palazzo Chigi ci sono 4 indagati: Barracciu, Lupi, Del Basso de Caro e De Filippo, Bubbico

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Il sottosegretario alle Infrastrutture, Antonio Gentile, ha rassegnato le dimissioni. Lo annuncia lui stesso, che non risulta indagato, in una lunga lettera inviata a Matteo Renzi, Giorgio Napolitano e Angelino Alfano in cui si definisce "vittima di illazioni". D'altra parte, nella squadra dei sottosegretari, ci sono cinque indagati: si tratta di Francesca Barracciu, Umberto Del Basso de Caro, Vito De Filippo, Maurizio Lupi, Filippo Bubbico.

Gentile è accusato di aver esercitato pressioni sul quotidiano "L'Ora della Calabria" per non divulgare la notizia dell'inchiesta che vede coinvolto suo figlio, indagato per abuso di ufficio. E se n'è andato nonostante contro di lui non ci fosse nessuna indagine in corso. Ma come la mettiamo con gli altri cinque sottosegretari, che invece risultano ufficialmente coinvolti in inchieste giudiziarie e sotto indagine?La Barracciu per inchieste sui rimborsi dei gruppi consiliari, come anche Del Basso de Caro e De Filippo. Lupi per abuso d'ufficio per la nomina del commissario dell'Authority del porto di Olbia. E ancora, indagine per abuso d'ufficio anche per Filippo Bubbico.

"Lo stillicidio a cui sono sottoposto da diversi giorni e che ha trovato l'acme allorquando sono stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture - si legge nella lunga lettera di Gentile - mi ha portato a una decisione sofferta, maturata nell'esclusivo interesse del mio Paese e nel rispetto del mio partito".

"Non ritornerò - prosegue - sui motivi pretestuosi e strumentali organizzati ad arte per 'mascariare' in modo indegno la mia persona, nonostante fossi immune da qualsiasi addebito di natura giudiziaria. Ciò che avevo da dire sui mandanti e sugli ascari che hanno ordito questa tragicomica vicenda - sottolinea Gentile - l'ho espresso a chiare lettere. Ho presentato querela contro i miei detrattori il 26 febbraio, ben prima dell'attuale compagine governativa, con una comunicazione scritta al presidente Grasso, nella consapevolezza di avere questo unico strumento di difesa. Il Paese di Cesare Beccaria è tornato nel medievalismo più opaco, fatto di congetture astruse e di mera cattiveria".

"Un politico che ha vissuto la sua vita senza alcuna macchia, che non ha indagini a suo carico, che è incensurato, viene costretto dalla bufera mediatica a non poter esercitare il suo incarico. E' una riflessione amara, ma reale, di un segmento dell'Italia che preferisce vivere di slogan e di sentimenti truci, sfruttando la disperazione di tanta gente al solo scopo di uccidere la politica, le sue basi comuni, il diritto positivo".

"Nel mio caso, oltretutto, non bisogna nemmeno citare il garantismo, giacché non sono indagato di niente: eppure, sono divenuto carne da macello, per soddisfare la bulimica perversione di chi intende la lotta politica come mezzo di sopraffazione. Torno a fare politica nelle istituzioni, come segretario di Presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale, aspettando che la magistratura, con i suoi tempi che mi auguro siano più brevi possibile, smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima".

"La riflessione che vi lascio - conclude Gentile - è, però, attuale e riguarda la necessità di riequilibrare un sistema la cui agibilità è messa a rischio da chi oltraggia la nostra Costituzione, ritenendola un orpello inutile e non, invece, il tempio di saggezza e di rispetto qual è".

Alfano: "Per noi viene prima l'Italia" - "Il senatore Gentile ha rassegnato le proprie dimissioni da sottosegretario senza che alcuna comunicazione giudiziaria lo abbia raggiunto. Lo ha fatto per il bene comune e con grande generosità, e siamo convinti che il tempo (speriamo brevissimo) gli darà ragione. Per noi viene prima l'Italia". Lo afferma il leader del Nuovo Centro Destra, Angelino Alfano.

Procuratore Cosenza: "Gentile non è indagato" - Il senatore Antonio Gentile non è indagato nell'inchiesta sulle presunte pressioni sul quotidiano l'Ora della Calabria. A riferirlo è il procuratore, Dario Granieri.

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