Bisogna "accompagnare, non condannare" chi ha sperimentato "il fallimento" del proprio matrimonio. A indicarlo è papa Francesco, che spiega come "quando questo lasciare il padre e la madre e unirsi a una donna fallisce, perché tante volte fallisce, dobbiamo sentire il dolore del fallimento, accompagnare quelle persone". Bisogna, sottolinea, "non condannare! Camminare con loro! E non fare casistica con la loro situazione".
Come sempre il Papa ha preso spunto dal Vangelo, e ha commentato l'atteggiamento dei dottori della legge che cercano di porre delle trappole a Gesù per "togliergli l'autorità morale". I farisei, ha osservato, si presentano da Gesù con il problema del divorzio. Il loro stile, ha rilevato, e' sempre lo stesso: "la casistica", "E' lecito questo o no? "Sempre il piccolo caso. E questa è la trappola: dietro la casistica, dietro il pensiero casistico, sempre c'è una trappola. Sempre! Contro la gente, contro di noi e contro Dio, sempre! 'Ma è lecito fare questo? Ripudiare la propria moglie?'. E Gesù rispose, domandando loro cosa dicesse la legge e spiegando perche' Mose ha fatto quella legge cosi'. Ma non si ferma li': dalla casistica va al centro del problema e qui va proprio ai giorni della Creazione.
Il Signore, ha proseguito il Papa, "si riferisce al capolavoro della Creazione" che sono appunto l'uomo e la donna. E Dio, ha detto, "non voleva l'uomo solo, lo voleva" con la "sua compagna di cammino". E' un momento poetico, ha osservato, quando Adamo incontra Eva: "E' l'inizio dell'amore: andate insieme come una sola carne".