Salta Salva-Roma, Marino: "Blocco la città" Irritazione Palazzo Chigi, scintille con Renzi
Il sindaco: "Le mie dimissioni non sono la soluzione, ma il governo deve dire con chiarezza se ci dà gli strumenti legislativi per risanare una volta per tutte"
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, minaccia il blocco della città se non arriveranno presto risposte sul "Salva-Roma". "Da domenica blocco la città - ha detto -. Quindi le persone dovranno attrezzarsi, fortunati i politici del Palazzo che hanno le auto blu, loro potranno continuare a girare, i romani non potranno girare". E in una telefonata con Renzi sarebbero volate parole grosse, anche se Marino dice che il colloquio è stato sereno.
Venerdì intanto Consiglio dei ministri esaminerà un "decreto legge enti locali" per mettere in sicurezza il bilancio della Capitale. Ad annunciarlo è lo stesso il premier, durante l'intervento della Direzione del Pd.
I tecnici hanno lavorato tutto il giorno per mettere a punto una soluzione che eviti una reiterazione tout court del vecchio provvedimento, ma garantisca al contempo i conti del Campidoglio e i servizi ai cittadini. Che, secondo l'allarme lanciato in mattinata dal sindaco Ignazio Marino, sarebbero altrimenti ad alto rischio.
"Io da domenica - ha infatti annunciato di buon'ora - blocco la città". Un ultimatum che Palazzo Chigi ha fatto sapere di non aver apprezzato e i cui toni successivamente sono stati smussati dallo stesso sindaco, che ha espresso "fiducia" in Renzi. "Le motivazioni di Marino erano comprensibili - spiega infatti in serata lo stesso presidente del Consiglio - il tono no".
Il governo - è stata la replica arrivata da Palazzo Chigi - sta lavorando per risolvere con urgenza un problema creato da altri. Ragion per cui i toni utilizzati da Marino avrebbero irritato la presidenza del Consiglio e sempre in mattinata vi sarebbe stata una telefonata tra lo stesso premier e il sindaco definita "energica".
Polemica, quella del numero uno del Campidoglio che non ha convinto anche parte del Pd capitolino, che insieme ad alcuni deputati democratici si è riunito nella sede della federazione romana.
La conversazione con il premier è stata da "sindaco a sindaco" è la versione di Marino, che nel corso della giornata conferma anche l'arrivo di nuove norme. Niente asili nido chiusi, niente autobus fermi, niente dipendenti a spasso, niente vendita delle grandi aziende municipalizzate, così come paventato dunque in un primo momento: i romani nei prossimi giorni continueranno a vivere come sempre.
D'altro canto il sindaco spiega che l'eventuale blocco non sarebbe una scelta ma una conseguenza della mancanza delle risorse stanziate dal provvedimento approvato dal governo Letta ma ritirato ieri dal nuovo Esecutivo a causa dell'annunciato ostruzionismo di M5S e Lega.
Il Carroccio non depone le armi, arrivando a chiedere le dimissioni del sindaco: "La cattiva amministrazione di Roma è un insulto agli italiani", dice il segretario Matteo Salvini assicurando tra l'altro che le risorse per l'Expò (25 milioni previsti nel vecchio salva Roma) non sono un problema. "Abbiamo ampie garanzie - spiega - i soldi ci sono e ci saranno".
I tecnici comunque sono ancora a lavoro: sul tavolo l'ipotesi di garantire via Decreto legge le norme relative all'anno in corso ("Ci sarà un provvedimento per il 2014", conferma anche Giovanni Legnini in serata) e quelle relative al piano triennale e alla messa in sicurezza a medio e lungo termine delle casse di Roma, mentre - secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari - per il 2013 si dovrebbe utilizzare la strada di un emendamento (a un altro provvedimento come il ddl Enti locali all'esame del Senato o al decreto legge di domani).
Una scelta che potrebbe essere dettata da ragioni tecniche e che è confermata dalla senatrice del Pd Monica Cirinnà: "La norma di salvaguardia sarà contenuta - assicura - in un emendamento del governo ad uno dei prossimi decreti in conversione in Parlamento".
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