M5S, voto per espellere i dissidentiGrillo: "Meglio meno, ma più coesi"
Ora sarà il popolo grillino, attraverso una votazione sul web, a mettere eventualmente la parola fine all'avventura di Orellana, Campanella, Battista e Bocchino all'interno del Movimento
L'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle ha votato a favore della procedura di espulsione dei senatori Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino. La permanenza dei quattro "dissidenti" tra i parlamentari 5 Stelle sarà ora stabilita dal voto dei militanti M5S sul web. Beppe Grillo lancia il voto: "Spero che le espulsioni siano confermate".
"Adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti", annuncia il leader. I quattro "non sono più in sintonia con il Movimento", dice.
Il voto dell'assemblea era dato per scontato ma ha tuttavia riservato molte sorprese. In primis, la presenza in assemblea dei quattro "dissidenti" che avevano lasciato intendere che non avrebbero partecipato ma hanno poi preferito affrontare "il processo", come lo hanno definito loro stessi, e difendersi.
Lo streaming svela le divisioni interne del M5S - Ma il vero colpo di scena è stato lo streaming in diretta della riunione che ha permesso di vedere le divisioni interne ai parlamentari Cinque Stelle. Alcuni senatori hanno tentato una difesa in extremis dei colleghi ma la maggioranza si è schierata contro i ribelli. Tra i deputati si è registrata la posizione di forte critica di Alessio Tacconi, arrivato a chiedere di aggiungere il suo nome a quello dei dissidenti perché - a suo dire - "non hanno violato il codice di comportamento ma sono stati autori di un reato di opinione". Sulla stessa linea, seppure con sfumature diverse, anche altri deputati come Tommaso Currò, Walter Rizzetto e Mimmo Pisano.
"L'accusa": dissidenti pronti a presentare un nuovo movimento - Il dibattito è stato molto acceso al punto che gli stessi quattro dissidenti hanno abbandonato l'assemblea per poi farvi ritorno. Si sono difesi sottolineando che non hanno violato il regolamento e che la loro condanna è stata espressa da un post sul blog di Grillo. Di diverso avviso "l'accusa", secondo cui i quattro con la creazione di un proprio ufficio comunicazione hanno, di fatto, dato vita ad un gruppo "alternativo".
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