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Accordo trovato in Ucraina, ma "l'opposizione non è ancora pronta"

"Non ha un piano per guidare il Paese, hanno sfruttato lo scontro per farsi pubblicità". Lo racconta a Tgcom24 Marco Mazzola, un giovane italiano da sette mesi a Kiev dove insegna educazione civica ed etica in una scuola

-afp

La crisi sembrerebbe finita in Ucraina: l'opposizione ha trovato un accordo con Ianukovich, la Russia fa buon viso a cattivo gioco mentre la Ue ha accolto con favore la fine degli scontri. Ma la soluzione è davvero stata trovata? La situazione è un po' più complessa. Lo racconta a Tgcom24 Marco Mazzola, un giovane italiano trasferitosi a Kiev, dove insegna educazione civica ed etica in una scuola, e che sta vivendo in prima persona le vicende interne del Paese. Le cose infatti non sono così semplici come le vediamo, perché "l'opposizione in realtà non è pronta per poter condurre lo Stato in una nuova fase di governo".

La riforma per limitare i poteri del capo di Stato, che ha calmato gli animi degli insorti, ad esempio, "non è stata ancora presentata". E gli attivisti non sono disposti ad aspettare: vogliono subito la testa di Ianukovich.

Cosa sta succedendo?

Molte delle decisioni prese negli ultimi mesi non sono state altro che escamotages per prendere tempo, reprimendo tutto con una buona dose di violenza nel frattempo nella speranza che i cittadini ucraini lasciassero perdere, impauriti dalla dura risposta della Berkut (squadra anti-sommossa della milizia ucraina). Ma così non è stato, ed è per questo che molti altri fantomatici incontri risolutivi si sono susseguiti senza conseguire in realtà nessun risultato.

Cosa ha sbloccato la situazione?
L'intervento di cariche politiche internazionali degli ultimi giorni ha messo un po' il fiato sul collo a Ianukovich, ma le varie approvazioni delle riforme messe sul tavolo sono veramente lente e il loro successo altalenante. Oggi, ad esempio, non si è ancora divulgata alcuna notizia sulla riforma che prevede le limitazioni alla figura del capo di Stato. Moltissimi parlamentari non sono nemmeno presenti (voci di corridoio dicono che molti di loro fossero all'aeroporto Zhulhany ieri notte).

La Russia in tutto questo che ruolo ha?
La Russia non vorrebbe che le venisse sottratto un ottimo cliente, strategicamente parlando. La posizione geografica dell'Ucraina è un'importante fetta di territorio, una "porta verso l'Europa", un corridoio attraverso il quale dispensare riserve di gas. Non sono sicuro che sia pronta ad abbassare la cresta, l'interesse è alto. Gli attivisti, intanto, aspettano soltanto un verdetto prima di riporre le maschere antigas nell'armadio: le dimissioni e la persecuzione di Viktor Ianukovich.

L'opposizione vuole davvero cambiare qualcosa?
La concitazione e l'inaspettato capitombolo della situazione non ha dato il tempo necessario a nessuno dei tre partiti concorrenti (Svoboda, UDAR e VoB) di stilare un piano in previsione di diventare nuovo conduttore del Paese. L'unica cosa che ho potuto notare e che posso asserire con una certa audacia, è che tutti i leader dei partiti d'opposizione hanno approfittato della piazza per farsi una massiccia dose di promozione. L'ex pugile Vitali klitschko (leader di UDAR) e Oleh Tiahnybok (Svoboda) si sono prestati in qualità di portavoce del popolo in rivolta durante diversi incontri con Ianukovich, ma la mancanza di obiettivi raggiunti ha messo in disappunto i manifestanti, che il 22 gennaio hanno infatti fischiato ed allontanato entrambi dai luoghi occupati al grido di "Basta parole!".

Fa strano vedere come un popolo possa scendere in piazza per i propri ideali, affrontando le proprie paure e un esercito che non usa mezze misure né mezzi termini.
È un'alchimia di fattori. È la tempra degli ucraini, mista alla loro storia combattuta. Mettiamola così: l'Ucraina è un paese giovanissimo ed ha sempre dovuto muovere i suoi primi passi lentamente, seguendo una direzione "obbligata" dal suo passato e dalle sue attuali influenze. L'unica cosa della quale ha bisogno l'Ucraina, adesso, è dimostrare al mondo, attraverso i suoi ideali, che è capace di camminare da sola, è pronta a coprire lunghe distanze e a migliorare il suo passo. Spero veramente che questo accada, e che nessun altro alla guida del paese si lasci andare dalla sete di potere o dalle influenze del potere altrui.

Qual è la differenza con l'Italia?
L'Italia, a discapito della sua storia e della sua grande eredità culturale, ha scelto altri modelli sui quali adagiarsi. L'economia non si è mai sposata con l'etica. Ed è per questo che, parlando di crisi, si cerca di aggiustare una nazione come se fosse un'azienda che produce poco e male ed il cittadino italiano si sente toccato nel profondo solo quando si ritrova denaro in meno nelle tasche per pagare l'ennesima tassa. Dovremmo reagire invece a concetti etici che ci hanno disabituato a considerare come direttamente appartenenti al nostro essere: la mancanza di uguaglianza e realizzazione personale e l'esistenza della corruzione, ad esempio, dovrebbero stimolarci alla reazione molto più dell'assenza di denaro.

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