IN SCENA A MILANO

Gianluca Guidi: "Vi faccio ridere con Boeing Boeing e poi dico addio alla farsa"

L'attore è protagonista con Gianluca Ramazzotti al Manzoni di Milano, della commedia di Marc Camoletti. "Sono due ore di puro divertimento, senza dover pensare ad altro" dice a Tgcom24

© ufficio-stampa

E' in scena al teatro Manzoni di Milano, fino al 9 marzo, "Boeing Boeing", una delle commedie più rappresentate del mondo che vede protagonisti di questo allestimento Gianluca Guidi e Gianluca Ramazzotti. "Era da tempo che non si faceva - dice Guidi a Tgcom24 -, la nuova regia l'ha riportata di attualità: sono due ore di puro divertimento". E sul suo futuro: "Dico addio alla farsa, è ora di cambiare".

Fenomeno di successo negli 60, al punto da avere una trasposizione cinematografica con Jerry Lewis e Tony Curtis, "Boeing Boeing" è tornata prepotentemente alla ribalta, dopo anni di oblio, nel 2007, quando è tornata in scena a Londra con un restyling curato da uno dei più rappresentativi e giovani registi europei, Matthew Warchus. Il risultato è stato un successo sorprendente, corredato da una serie di premi vinti a sottolineare l'apprezzamento anche da parte della critica. Nella versione italiana, diretta da Mark Schneider proprio sulla regia originale di Warchus, oltre a Guidi e Ramazzotti, ci sono Ariella Reggio, Barbara Snellenburg, Sonja Bader e Marjo Berasategui.

In Italia "Boeing Boeing" era stata rappresentata in teatro per una sola stagione, proprio negli anni 60. "Il motivo per cui non si faceva da tanto tempo è semplice: era piuttosto datata - spiega Guidi -. Era la più nuova delle vecchie farse e la più vecchia delle nuove. Ce ne sono tante altre che funzionano anche meglio, per come è scritta. L'intervento del regista inglese ha fatto sì che tornasse attuale e fattibile sul palcoscenico. Ma non solo noi, anche gli inglesi e i francesi non la facevano da molto tempo".

Quali sono i punti di forza di questo spettacolo?
Il grande ritmo, sicuramente. Ma anche la piacevolezza di un'ambientazione in un'epoca felice come gli anni 60. Viene messo in scena un mondo che appartiene un po' al passato, un'epoca spensierata, caratterizzata dal boom economico. E questo piace molto, tanto più in un periodo come questo di crisi e deprimente.

Per questo la storia non è stata trasposta ai giorni nostri come si usa fare per molti testi datati?
Questo è un aspetto, ma soprattutto non avrebbe senso portarla al giorno d'oggi perché tutta la vicenda si basa sul fatto che dagli aerei normali si passa agli aerei a reazione, i 747, quindi gli orari cambiano e tutti i programmi del protagonista, che ha come amanti hostess di diverse compagnie, vanno a pallino. Ci sono delle cose molte naif in questo testo, che però passano con grande leggerezza e signorilità. Soprattutto credo sia piacevole divertirsi per due ore senza stare a pensare a tutto il resto.

Una volta tanto si ride per ridere, senza voler lanciare anche messaggi edificanti?
Non ci sono seconde intenzioni, si ride e ci si diverte per il gusto di farlo. E' teatro leggero ma nel senso nobile del termine, non per questo minore rispetto ad altre teatralità. Detto questo per me sarà l'ultimo spettacolo di questo genere.

Vuole dare una svolta alla sua carriera?
Sto già preparando un'altra cosa per l'anno prossimo e che ha un senso un po' diverso. Come attore sentivo la necessità di muovermi, altrimenti il rischio è di morire facendo la farsa.

Di cosa si tratta?
E' un one-man show su Oscar Wilde. La regia è di Massimo Popolizio. Una cosa che mi onora moltissimo perché lo considero l'attore teatrale più quotato in Italia al momento. Scrive Masolino D'Amico e le musiche saranno di Germano Mazzocchetti. Debutteremo quest'estate al Festival di Borgio Verezzi.

PER INFORMAZIONI
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