Verba volant, le parole volano. Sempre, anche se sono in realtà fissate su qualche pezzo di carta, oppure scolpite in una memoria collettiva solo all'apparenza inscalfibile. Scripta manent, certo: ma se le parole volano, allora perché non seguirlo, questo volo, osservare e scegliere le traiettorie più belle e poi mettersi in scia, godendosi le emozioni, allegandoci poi i pensieri liberi scaturiti da queste.
Parole altissime in Italia ne abbiamo tante da seguire per provare a vedere le cose, il mondo, se stessi da lassù: e lì sopra vi è salito un giovane, Guido Di Santo, un perfetto esempio delle strane necessità-virtù che vengono chieste oggi in Italia a un "Under" dotato di talento, merce che nel giornalismo e nella scrittura dovrebbe bastare e avanzare. Di Santo, come molti coetanei suoi, deve essere un multitasking nella vita di tutti i giorni: ma per fortuna mantiene vivo il gusto della parola, del racconto: e di sponda si è trovato a collezionare, intarsiare ed espandere con roba sua frasi più o meno conosciute di nostri connazionali certamente speciali. Tutti quanti in fila sono finiti Pasolini e De Andrè, Oriana Fallaci e Fellini, Dalla, Vasco e De Gregori, Alda Merini, il cardinale Martini e tantissimi altri: "L'ha detto un italiano" è il titolo naturale dell'e-book, format perfetto per collocare le perle selezionate nello spazio apparentemente infinito della Rete: da dove, nella maggior parte dei casi, si possono direttamente riascoltare dai protagonisti le citazioni prese da canzoni e film, oppure ascoltare dal reading di Giancarlo Padovan ciò ché è poesia, o aforisma, o massima popolare.
Il risultato finale è bello da fare innervosire: è paradossale, alla fine, ritrovarsi sul tablet l'ennesima sintesi della variegata grandezza della cultura e del genio italiano, per non parlare del cuore; chiedendosi dove sia tutto questo, in quali angoli di Palazzi, di uffici "con poltrona in pelle umana" (ecco, anche un Fantozzi-Villaggio ci poteva stare, in questo compendio tricolore) si perda questo patrimonio. L'invito è di assumere tre-quattro pillole serali prima di dormire, o di navigare tra siti e app molto più terrestri. E di non sottovalutare i "titoli di coda" di Di Santo allegati alle parole degli Italiani: riflessioni intime che si sono tuffate dal trampolino di un'emozione nata da un verso, di due righe troppo piene per cadere nei vuoti del cervello. Anche il suo volo - con la minuscola, Dio ci scampi - merita di essere seguito, lo attendiamo alla prova del romanzo. Per ora, buon viaggio.