E' morto a Bologna, dopo una lunga malattia, Roberto "Freak" Antoni, storico leader e cantante del gruppo punk-demenziale, Skiantos. L'artista bolognese avrebbe compiuto sessant'anni il 16 aprile. Nel 2012 aveva abbandonato il gruppo, dopo 35 anni di militanza, per dedicarsi alla carriera solista.
Con gli Skiantos e con i testi di Freak Antoni è nato il rock demenziale. Anche se dietro quel surrealismo e quel gioco per lo sberleffo c'era la voglia di prendersi gioco dei benpensanti e di mettere alla berlina molti luoghi comuni e ipocrisie. Con un atteggiamento decisamente più iconoclasta rispetto per esempio a un gruppo come Elio e le Storie Tese, anche in virtù del movimento di estrazione e del periodo storico.
Gli Skiantos sono infatti nati nell'ambito del movimento post '77, tra il punk e i movimenti sociali di quel periodo. Che i testi di Freak Antoni non fossero dei puri divertimenti lo si capisce anche dal libro di poesie e racconti pubblicato nei primi anni 90, "Non c'è gusto in italia a essere intelligenti", e dal fatto comunque che la compagnia che frequentava negli anni d'oro era composta da artisti che hanno fatto la cultura di quegli anni, da Pier Vittorio tondelli ad Andrea Pazienza, passando per Francesca Alinovi e Giacomo Campiotti.
Laureato al Dams di Bologna con una tesi sui Beatles, si è fatto strada con il suo gruppo grazie a canzoni come "Mi piacciono le sbarbine" e "Largo all'avanguardia", ma anche a performance che di avanguardia lo erano davvero, come quando salirono sul palco del PalaDozza di Bologna, nel '79, senza suonare ma per cucinare degli spaghetti (sfidando la rabbia del pubblico").
Sue sono anche celebri battute entrate talmente nel modo dire di tanti che, come spesso accade, di loro si è dimenticata la primogenitura. Come "Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire. A me capita di cominciare a scavare" oppure "la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo".