In onda mercoledì, in prima serata Canale 5, la quarta puntata della mini-serie "I segreti di Borgo Larici". Tra i protagonisti, nei panni di Claudia Beltrami, Nathalie Rapti Gomez. "E' stato bello calarmi nei panni di una donna degli anni 20 - spiega a Tgcom24 -, per quanto molto lontana da me. Claudia è una donna molto succube di chi gli sta intorno, e anche quando sposa l'uomo che ama, lo fa perché spinta dagli eventi e non per sua scelta".
La giovane attrice colombiana, ma ormai romana d'adozione, dopo essersi fatta notare in molte serie come "Baciamo le mani", "R.I.S - Delitti imperfetti" o "Le due facce dell'amore", è tornata quindi con il ruolo di una donna tormentata e con una vita ingabbiata dalle decisioni altrui. "Claudia è una ragazza succube del padre nella maniera più totale - spiega Nathalie -. Durante la storia cercherà di liberarsi di questa forza e di aggiustare gli errori che commetterà, ma per lei non sarà affatto facile. In più è la promessa sposa del protagonista maschile perché le famiglie, per motivi di interesse, hanno piacere che i due si mettano insieme. Ma anche questa decisione da lei presa un po' per colpa del padre e volere delle famiglie".
Che difficoltà hai avuto nel affrontare il ruolo di Claudia?
Siccome durante la serie si scoprirà una cosa che è molto lontana da quello che sono. Calarmi nel suo personaggio è stato complicato perché ho dovuto immaginare sentimenti ed emozioni che non ho mai vissuto sulla mia pelle. Mi spiace non poter essere più precisa ma non posso anticipare nulla... sarà un colpo di scena.
Ti è piaciuto calarti in un'epoca così diversa dalla nostra?
Gli anni 20 per me sono stati una bella scoperta ed è stato molto divertente interpretare una donna di quel periodo. All'epoca le donne erano meno indipendenti, non riuscivano a imporsi come accade oggi, e spesso venivano considerate su un gradino inferiore e la loro volontà non veniva presa in considerazione.
Hai avuto modo di fare sia fiction per la televisione che cinema. Hai trovato differenze tra i due ambiti?
Mi piace lavorare sia per l'uno che per l'altra, ma fare la televisione è molto più difficile. Il più delle volte i tempi sono strettisimi e non hai modo di concentrarti come dovresti per mettere la cura giusta nel costruire un personaggio. Non c'è lo spazio per fare molte prove e cercare la chiave migliore e più veritiera in un ruolo. per creare un personaggio. E' difficile concentrarsi e dare il meglio di sé, soprattutto in una serialità lunga. Nel cinema, se non parliamo di low budget, questo non accade. Hai modo di parlare con un regista, mettere in discussione quello che si è detto prima se le cose non vanno, curare i dettagli. mi piace lavorare per la tv, ma questo di cura per i dettagli mi manca. Fare la televisione è molto più difficile.
Quando ti cali in un personaggio preferisci aver mano libera o essere guidata dal regista?
La via di mezzo è la cosa più giusta. Non vedendomi da fuori è ovvio che mi manchino dei dettagli, e quindi ho bisogno di un terzo occhio che aggiunga o corregga per costruire un personaggio vero, altrimenti mi posso sentire un po' abbandonata a me stessa. D'altro canto uno recita per lo spettatore, non per se stesso. Il regista ti dirige proprio per far funzionare il personaggio e la storia. Alcuni attori vogliono essere lasciati liberi di fare quello che gli pare, io non rientro in questa categoria. Altrimenti il regista a cosa serve?
C'è qualche tipo di ruolo che prediligi?
Mi piace molto mettermi alla prova, sfidare me stessa. Se il soggetto mi piace, e credo sia una bella storia da raccontare, lo faccio. Per me l'importante è fare sempre personaggi molto diversi tra loro. Non amo ripetermi e mai vorrei sclerotizzarmi in un certo tipo di ruolo. Più i ruoli sono forti e difficili, magari lontani da come sono io, e più sono stimolata.
Cosa bolle in pentola per il tuo futuro immediato?
Ho girato "Romeo e Giulietta", un film diretto da Carlo Carlei, che è già uscito negli Stati Uniti e a Londra ma in Italia no e siamo in attesa della data. E sono in attesa della data di uscita anche "Presto farà giorno", di Giuseppe Ferlito, un'opera prima, e "L'estate sta finendo" di Stefano Tummolini.