L'allegato al decreto sui test di ingresso, che definisce i posti disponibili per le facoltà ad accesso programmato, presenta una sorpresa che gli studenti non si aspettavano: si tratta di giro di vite sui posti disponibili, ridotti di un quarto per Medicina, Veterinaria e Odontoiatria. Ma è necessario sottolineare che si tratta di un numero provvisorio, rimasto all'80% dei posti disponibili in attesa delle comunicazioni da parte delle Regioni e del Ministero della Salute sul fabbisogno nazionale. In pratica, potrebbe essere un enorme falso allarme, ma se questi numeri saranno confermati, la ragione è da trovare nella reale prospettiva occupazionale dei laureati: in pratica, se non ci saranno posti di lavoro, è inutile creare troppi medici che andrebbero solo a ingrossare la fila dei disoccupati. Tuttavia gli studenti non vogliono sentire ragioni, anche perché sospettano possa esserci lo zampino della maledizione del bonus maturità e degli ammessi in sovrannumero nel 2013.
MENO POSTI DISPONIBILI? - Rispetto all'anno scorso, i posti disponibili sul decreto risultano ridotti del 20% a Medicina: si passa da 10.157 posti a 7.918, ben 2.239 in meno. Anche a Veterinaria, si potranno iscrivere solo 632 studenti contro gli 825 del 2013, mentre a Odontoiatria si registrano 787 posti anziché i 984 dell'anno passato. Ma niente panico: già sul decreto legge si legge che i posti definitivi saranno resi pubblici entro l'11 marzo, termine ultimo delle iscrizioni ai test, "in attesa della definizione del fabbisogno nazionale comunicato annualmente dal Ministero della Salute".
NUMERI PROVVISORI - Prima che si scatenasse il panico tra gli studenti, il ministro Carrozza è apparso oggi su Rai Uno durante la trasmissione Uno Mattina, e ha parlato proprio di questa riduzione dei posti disponibili. Il ministro ha dichiarato che "Le previsioni sono rimaste all'80% dei posti disponibili e devono aspettare le previsioni da parte delle Regioni". Secondo le sue parole, il numero definitivo dei posti potrebbe risalire fino a quello degli scorsi anni, a meno che Regioni e ministero della Salute oppongano il loro veto: un prudente metodo per evitare che, nei prossimi anni, il numero dei laureati in medicina e nelle altre facoltà a numero chiuso superi quello necessario e "occupabile" nelle strutture medico-sanitarie.
LA MALEDIZIONE DEL BONUS - Eppure, la possibilità che questa riduzione provvisoria di un quarto dei posti rimanga definitiva c'è. Si tratta forse di un'altra puntata delle disavventure del bonus maturità? Di sicuro è un dato di fatto che il numero degli ammessi nel 2013 abbia in molti casi superato quello previsto dalle facoltà, in seguito ai molti ricorsi e all'emendamento Galan, che ha permesso le iscrizioni in sovrannumero a chi sarebbe entrato in graduatoria grazie al bonus. Sebbene fosse stato promesso alle aspiranti matricole 2014/15 che non avrebbero subito le conseguenze delle iscrizioni extra, se Regioni e Ministero della Salute confermassero la riduzione del numero di posti disponibili, saranno proprio loro a rimetterci. Nonostante ogni buona intenzione delle istituzioni.
STUDENTI ARRABBIATI - Come ci si poteva aspettare, questo dettaglio non è sfuggito agli studenti, che già da tempo protestano sulle modalità di ammissione all'università. "Stanno attaccando il diritto allo studio di tantissimi studenti e il diritto alla salute dell'intero Paese" dichiara Alberto Campailla portavoce nazionale di Link - Coordinamento Universitario - "il numero chiuso non soltanto mette sotto scacco la libertà di scelta degli studenti ma è anche dannoso per la necessità reale di medici e personale sanitario in generale che si ha in Italia".