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Varese, caccia all'evaso in tutta Italia Ritrovata l'auto usata per la fuga

Individuata dai carabinieri la macchina, una Citroen C3 nera, risultata rubata: era in un parcheggio vicino all'ospedale di Magenta

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Sono estese in tutt'Italia le ricerche dei componenti del commando che lunedì, a Gallarate (Varese) ha fatto evadere l'ergastolano Domenico Cutrì, 32 anni, mentre suo fratello, Antonino, 30 anni, è morto in ospedale a causa delle ferite riportate nello scontro a fuoco con gli agenti della Polizia penitenziaria. Oltre all'evaso, carabinieri e polizia cercano altri due o tre uomini.

I carabinieri trovano l'auto usata per la fuga - E' stata individuata dai carabinieri la Citroen C3 nera usata dai malviventi per l'evasione: i militari l'hanno ritrovata in un parcheggio vicino all'ospedale di Magenta, dove lunedì è morto il fratello dell'evaso, Antonino. E' risultato che l'auto era stata rubata.

I familiari della vittima: "Senza parole" - L'evasione di Cutrì è una notizia "che lascia senza parole: siamo scioccati". Così commenta l'accaduto l'avvocato Alessandro Bonalume, il legale della famiglia di Lukasz Korbzeniecki, il giovane polacco ucciso otto anni fa a Trecate, nel Novarese, perché avrebbe fatto delle avances alla fidanzata di Cutrì. Un delitto maturato in un ambiente omertoso, in cui gli investigatori hanno fatto fatica a capire movente e ruoli dei partecipanti.

Oltre a Cutrì, per l'omicidio sono stati condannati Manuel Martelli, ritenuto l'autore materiale dell'omicidio, condannato a 16 anni con il rito abbreviato. Tre anni per favoreggiamento anche a Luca Greco, all'epoca dei fatti titolare di un bar a Trecate: fornì un falso alibi a Cutrì depistando le indagini. Proprio per questo omicidio Cutrì stava scontando l'ergastolo nel carcere di Cuneo.

La madre: "Farlo fuggire era l'ossessione del fratello" -
"Far evadere Domenico Cutrì era l'ossessione del fratello Antonino". Lo ha raccontato la madre dei due malviventi agli investigatori. Secondo la donna Antonino, che è morto nella sparatoria per liberare il detenuto calabrese, aveva anche preso lezioni per pilotare un elicottero.

L'aggressione del commando
- Il detenuto era scortato dagli agenti, che lo stavano portando a un processo, quando il furgone è stato assaltato da un commando armato. Nella sparatoria che ne è scaturita è stato colpito il fratello dell'evaso, Antonino, arrivato poi all'ospedale di Magenta, dove è morto.

Carabinieri e polizia cercano ora altri uomini che sono entrati in azione nel blitz per liberare Cutrì. Gli uomini del commando erano arrivati a bordo di due auto, una delle quali è stata trovata vicino al tribunale, con a bordo alcune armi.

Lunedì sera si era diffusa la notizia che un terzo fratello Cutrì si fosse costituito in ospedale con una ferita a un piede, ma la circostanza è stata smentita dagli investigatori.

Renzi: "La videoconferenza ci avrebbe salvato" - "Mi ha colpito l'analisi del procuratore Gratteri. Con la videoconferenza avremmo evitato assalto, morti, evasione": è questo il messaggio postato su Twitter da Matteo Renzi, che si riferisce alle parole del procuratore di Reggio Calabria, Nicola Gratteri. Secondo lui, se ci fosse stata la "videoconferenza per i detenuti di alta sicurezza", non ci sarebbe stata quell'evasione. "Tecnologia e giustizia, perché aspettare ancora?", chiede il segretario del Pd.

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