I geni legati alla comparsa di diabete di tipo 2, cirrosi biliare e lupus, sono in comune con l'uomo di Neanderthal. L'ominide aveva pure i cromosomi che influenzano il comportamento dei fumatori. Noi sapiens sapiens condividiamo il 2% del patrimonio genetico. La scoperta è stata fatta dall'Università di Harvard e pubblicata su Nature.
Lo studio - I ricercatori hanno analizzato il patrimonio genetico di oltre mille individui, 846 dei quali di origine non africana e 176 provenienti dall'Africa sub-sahariana. Questi dati sono stati confrontati con quelli relativi a un uomo di Neanderthal vissuto circa 50mila anni fa, la cui mappa del Dna è stata completata nel 2013. Dalle analisi, è emerso che gli uomini contemporanei non discendenti dal ceppo africano hanno circa il 2% circa dei geni in comune con l'uomo di Neanderthal.
Capelli, unghie e malattie - Questa porzione di Dna influenza soprattutto la produzione della cheratina, ossia la proteina che conferisce robustezza a pelle, capelli e unghie. L'ipotesi formulata dagli scienziati è che proprio questi geni siano stati cruciali nel consentire all'uomo di adattarsi a un clima più mite rispetto a quello africano. Altri geni, invece, influenzano malattie legate alla funzione immunitaria e perfino alcuni comportamenti, come la capacità di smettere di fumare.