In media si fa 80 volte al giorno, una ogni dodici minuti. E' la "sbirciatina" allo smartphone. A scoprirlo è stato uno studio dell'Università di Bonn. Ma la ricerca sulla dipendenza dai cellulari di ultima generazione, si è avvalsa di una app. Un circolo vizioso?
Lo studio - L'applicazione è disponibile solo per Android ed è gratuita. Oltre a tenere sotto controllo i dati sull'utilizzo dello smartphone, li invia a un server centrale che li analizza a caccia di segni di comportamenti compulsivi. Per l'esperimento, sono stati reclutati 50 studenti universitari per sei settimane.
Christian Montag, uno degli sviluppatori, ha spiegato: "Alcuni dei risultati ci hanno stupito. Per alcuni soggetti la frequenza di utilizzo era doppia rispetto alla media. Questo tipo di comportamento è simile a quello che si può avere davanti a una slot machine, e può essere indice di un disturbo".
L'identikit dell'utilizzatore - L'utente tipo trascorre otto minuti parlando al telefono, invia 2,8 sms al giorno, mentre dedica il 15% del tempo a WhatsApp e il 9% a Facebook.
Spia di depressione? - In uno studio parallelo, i ricercatori vogliono capire se è possibile, sempre attraverso i dati ricavati dall'app, individuare sintomi di depressione. Il responsabile del progetto Thomas Schläpfer spiega: "Sospettiamo che la depressione faccia cambiare l'uso del telefono, oltre alle abitudini di vita che possono essere registrate dal Gps interno del dispositivo".