Estrarre cellule staminali dall'embrione senza distruggerlo. Lo permette una nuova tecnica, messa a punto da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'istituto svedese Karolinska e pubblicata su Nature Communications. Questo metodo potrebbe porre fine ai dubbi bioetici relativi all'uso dell'embrione per l'estrazione di staminali.
Può diventare un bambino sano - Secondo il team di ricerca, è possibile prelevare una sola cellula da un embrione di otto cellule senza comprometterne lo sviluppo. Questo embrione può, quindi, essere ricongelato e, teoricamente essre impiantato nell'utero di una donna. La metodologia è derivata dalle tecniche utilizzate attualmente di diagnosi genetica pre-impianto utilizzate per verificare potenziali anomalie genetiche. Se non vengono identificate mutazioni, l'embrione viene inserito nell'utero, dove può crescere come un bambino sano.
Karl Tryggvason, autore principale della ricerca, ha spiegato: "Sappiamo che un embrione può sopravvivere alla rimozione di una singola cellula. Ciò fa una grande differenza a livello etico".
L'Italia vieta la sperimentazione su embrioni - Allo stato attuale, le cellule staminali embrionali sono ottenute dal sovrannumero di embrioni fertilizzati in vitro che non sono utilizzati per attenere una gravidanza e gli embrioni usati non sopravvivono alla procedura. Per ragioni etiche, la legislazione italiana, come quella di altri Paesi, vieta la produzione di staminali embrionali.
Soluzione per molte patologie - Le staminali embrionali sono cellule totipotenti, ossia possono svilupparsi in qualsiasi tipo di tessuto. Si possono ottenere, per esempio, cellule per la produzione di insulina, del muscolo cardiaco o dell'occhio. "Usando questa tecnologia - ha aggiunto Tryggvason - ottenere staminali embrionali umane non è più un problema. Sarà possibile creare una banca in cui le staminali sono ordinate in base al tipo di tessuto, un passo importante per evitare il rigetto nei trapianti".