In attesa di "riforme di sistema" non c'è "altra via che l'indulto" per ridurre il numero dei detenuti". Lo ha detto il Primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Quanto alla persistente tensione tra politica e magistratura, Santacroce ha lanciato un appello a Giorgio Napolitano, sottolineando come rappresenti "una vera e propria spina nel cuore per noi magistrati".
Santacroce: "Allarme per corruzione che resta impunita" - "La riforma delle riforme" di cui l'Italia ha bisogno, ha sottolineato Santacroce, è quella della prescrizione cui "veniamo ripetutamente sollecitati da organismi internazionali, da ultimo il rapporto Ocse, che deplorano l'alta percentuale di delitti di corruzione dichiarati estinti per tale causa".
Cancellieri: "Scontro rallenta riforme" - "E' un fatto che lo scontro politico e istituzionale che va avanti ormai da tempo, ha contribuito a rallentare il percorso riformatore di cui il paese ha urgente bisogno", ha affermato il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri. "Mi sono ispirata a un approccio pragmatico" nell'affrontare le riforme per la giustizia: è necessario "un certosino lavoro di analisi delle lacune e degli anacronismi".
Pg Cassazione: "Escludo finalità politiche in azione pm" - Nella sua relazione per anno giudiziario il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Giani, ha detto: "Possono essere stati commessi errori, ma sento di poter escludere, con tranquillante certezza, che l'azione penale abbia inteso perseguire finalità che non le appartengono, al di là delle fisiologiche ed inevitabili ricadute politiche derivanti dall'azione di essa, effetto non imputabile ai pm".
"Politica non è riuscita a rinnovarsi" - "Non c'è un eccesso di interventismo della magistratura, bensì un vuoto lasciato dalla politica" che non è stata "in grado di rinnovare se stessa adeguandosi alle esigenze dei cittadini", ha aggiunto Giani. In materia di giustizia, ha sottolineato, sono "mancate riforme condivise".
Vietti: "Su riforme troppo detto e poco fatto" - Stesso tema toccato anche dal vicepresidente del Csm, Michele Vietti. "Sulle riforme necessarie alla giustizia troppo si è detto e poco si è fatto": è stato il suo richiamo. Vietti ha parlato di riforme "oggetto di evocazione tanto ricorrente quanto rituale", riferendosi esplicitamente alla depenalizzazione, alla de-carcerizzazione, alla modifica del sistema delle impugnazioni e del regime della prescrizione, al processo telematico e alla risoluzione alternativa delle controversie.
"Orgogliosi della qualità delle nostre toghe" - Vietti ha poi espresso profonda gratitudine alle toghe. "I magistrati - ha detto - sono sottoposti a pressioni personali e collettive enormi. A loro va la nostra riconoscenza e il nostro ringraziamento in questo giorno che è un po' la loro festa". "Siamo orgogliosi di loro, del loro impegno e della loro qualità che ci sono invidiati in tutta Europa", ha aggiunto il numero due di Palazzo dei Marescialli.
"Indulto? Non è l'unica strada" - "Certamente il Parlamento dovrà riflettere sull'indulto, ma non credo che sia l'unica strada da percorrere". Così Vietti ha commentato l'apertura sull'indulto del primo presidente della Cassazione. "Abbiamo una legislazione penale carcero-centrica; bisogna mettere mano - ha auspicato - a pene alternative al carcere".