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Coronavirus, gli strumenti messi in campo dall'Ue per aiutare lavoratori e imprese | Guarda la seconda puntata di "Giovane Europa in Emergenza"

La rubrica di Tgcom24 è andata in onda giovedì 2 luglio ed è realizzata in collaborazione con il Parlamento europeo

Lavoratori e imprese sono stati duramente colpiti dall'emergenza coronavirus. Il lavoro, durante questi mesi segnati dalla pandemia, è cambiato: molti impiegati hanno lavorato in smartworking, mentre altri sono stati messi in cassa integrazione. Nella seconda puntata di "Giovane Europa in Emergenza", la rubrica di Tgcom24 realizzata in collaborazione con il Parlamento europeo, si è parlato degli strumenti messi in campo dall'Ue per aiutare lavorativi e imprese.

Sure, la cassa integrazione Ue - Sure ("Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency") è lo strumento che la Commissione europea ha messo in campo per rimpolpare la cassa integrazione dei 27. "Una delle prime preoccupazioni dell'Unione europea è stata quella di aiutare i lavoratori in questo momento così difficile. Infatti, la prima proposta della Commissione Ue è stata un fondo da 100 miliardi per aiutare gli strumenti di cassa integrazione. Questo strumento è operativo dal 1 giugno, i prestiti potranno arrivare sicuramente già entro l'estate. La quota per l'Italia è tra i 20 e i 25 miliardi, parliamo di una cifra molto importante. Sono dei prestiti a tratti vicini allo zero, cospicui perché il fondo Sure è garantito da molte economie 'tripla A'", spiega l'ospite della puntata Carlo Corazza, capo dell'Ufficio del Parlamento europeo in Italia.

Coronavirus, gli ammortizzatori sociali previsti dai Paesi Ue - A livello di ammortizzatori sociali, gli strumenti per affrontare l’emergenza messi in piedi in Italia sono la cassa integrazione ordinaria o la semiordinaria del fondo di integrazione salariale e la cassa integrazione in deroga. In Germania il kug, l'equivalente della nostra cassa integrazione, ha come prerequisito fondamentale la forte limitazione o la chiusura forzata dell'attività dell'azienda sulla base di un decreto legislativo. Lo Stato in questo caso copre il 60% della retribuzione netta persa che arriva al 67% in caso di figli a carico. Si parla di un totale per il mese di aprile di 751mila aziende coinvolte e di 10,1 milioni di addetti. 

In Francia, con il chommage partiel, equivalente della nostra cassa integrazione, i dipendenti ricevono dal datore di lavoro il 70% del compenso orario lordo oppure l'84% della retribuzione totale netta. Il datore di lavoro riceve dallo Stato in un secondo momento un rimborso fisso che varia a seconda del numero di dipendenti. In Spagna le misure studiate sono quelle che rafforzano le coperture della cosiddetta Erte, un meccanismo già esistente che permette alle imprese temporaneamente di sospendere i contratti di lavoro o di ridurre le giornate lavorative. Le agevolazioni sono state potenziate ulteriormente durante l'emergenza perché è stata studiata un'autorizzazione lampo che viene concessa entro 5 giorni ed è retroattiva.

Il ruolo chiave della Bce - "A volte si sente dire che l’Unione Europea ancora non ha fatto abbastanza, in realtà se andiamo a vedere la reazione già nelle prime settimane di marzo, vediamo che la Bce ha messo in piedi delle misure davvero imponenti, senza precedenti - dichiara Corazza - Se sommiamo il quantitative easing che era già in corso e le reazioni alla pandemia arriviamo a una cifra di 1710 miliardi di acquisti di titoli, di cui, se continua il trend attuale, circa il 30% saranno acquisti di titoli italiani, liquidità che va alle banche italiane, quindi insomma una cifra di circa 400 miliardi, che sostanzialmente ci sta salvando. Se il governo può aiutare i lavoratori, se il governo può aiutare le imprese, aiutare l'economia, se le banche possono sospendere i mutui e dare liquidità, se possiamo usufruire della sospensione del patto di stabilità e delle deroghe agli aiuti di Stato è perché la Bce sta comprando i nostri titoli e tiene sostanzialmente sotto controllo il nostro debito pubblico. Come vedete lo spread non è salito e le banche hanno liquidità a tassi negativi, di fatto una banca viene pagata per prestare i soldi grazie all'azione della Bce".

La Bei essenziale per le imprese - "Dal 1 giugno la Bei (Banca eruopea per gli investimenti) ha una linea di 200 miliardi, una cifra impressionante, di cui 30miliardi circa andranno a prestiti a imprese italiane (e anche qui parliamo di garanzie offerte da molti Stati tripla A che consentono alla Bei di prestare soldi alle imprese italiane a dei tassi molto molto convenienti). Questo è uno degli strumenti che sicuramente aiuterà l'economia italiana e l'economia europea a ripartire. Quindi l'azione combinata, Bce da un lato - rilassamento della sorveglianza bancaria, molta liquidità, sospensione dei mutui - e la Bei dall'altro stanno aiutando l'economia reale piano piano a riprendersi e a gestire questo colpo durissimo che ha dato il Covid", aggiunge Corazza.

"Vorrei sottolineare, inoltre, il ruolo che stanno giocando David Sassoli e il Parlamento europeo; il Parlamento fin dall'inizio ha incalzato il Consiglio, gli Stati membri, la Commissione e ha chiesto degli strumenti all'altezza della situazione", conclude Corazza.