Cuperlo: "Serve un nuovo governo"Fassina: "Sabato mi sono vergognato"
Nervi tesi nel Pd dopo l'incontro tra Renzi e Berlusconi. L'ex viceministro: "E' stato un errore ma non farò alcuna scissione".
Gianni Cuperlo chiede "un nuovo governo per il 2014, che riesca a ricostruire il rapporto di fiducia e autorevolezza con il Paese". Il presidente dell'assemblea del Pd sprona il premier Letta a salire al Quirinale: "Così non ha senso, non si può andare avanti - dichiara Cuperlo -. C'è bisogno di un governo che abbia la fiducia del principale partito, il Pd". L'ex viceministro Fassina: "Mi sono vergogato per l'incontro Renzi-Berlusconi".
"Letta incontri Napolitano" - "Il premier valuti con il capo dello Stato, nel rispetto assoluto delle sue prerogative, la possibilità di dar vita ad un nuovo governo per il 2014", ha detto Cuperlo, che ha invitato ad agire "nella logica degli interessi del paese, che è attraversato da una crisi drammatica sociale ed economica drammatica". Cuperlo è intervenuto in Sicilia, a margine di un incontro per il novantacinquesimo anniversario dell'appello ai Liberi e forti di don Luigi Sturzo.
"Deve essere un governo del Pd" - Secondo Cuperlo, "in questa legislatura qualunque governo deve essere il governo del Pd. Seppelliamo la parola rimpasto nel cimitero delle parole, ma occorre operare una fase diversa".
Legge voto: "Sì al doppio turno" - Il presidente dell'assemblea del Pd rilancia poi l'ipotesi di riforma della legge elettorale all'insegna del doppio turno: "In parlamento e nella società ci sono le condizioni per arrivare ad una riforma della legge elettorale che contempli il doppio turno che è in assoluto, e io sono convinto di questo, la soluzione che più avvicina alla governabilità assieme ai criteri di rappresentatività delle forze presenti nel Paese", ha detto Cuperlo.
Fassina: "Mi sono vergognato" - "Sabato mi sono un po' vergognato, perché non dovevamo rilegittimare per la terza volta il Cavaliere". Stefano Fassina, ex viceministro del governo Letta, non ha mandato giù l'incontro tra Renzi e Berlusconi: "Da sabato pomeriggio la legge è un po' meno uguale per tutti. Mi sono un po' vergognato come dirigente del Pd. E' stato un errore politico".
Fassina scongiura però l'ipotesi scissione: "Non farò alcuna scissione. Resto e credo nel partito come sempre. Lavoreremo perché certe posizioni possano farsi sentire ed esprimere la loro forza nel Pd".
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