La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, nell'ambito dell'inchiesta sull'utilizzo dei fondi dei gruppi consiliari del Consiglio regionale del Piemonte. La richiesta di rinvio a giudizio è stata presentata anche per 38 consiglieri regionali. Le richieste di archiviazione sono 18. La posizione di un consigliere è invece stata stralciata. Il governatore: "Io corretto e limpido".
L'inchiesta riguarda le spese sostenute con i fondi dei gruppi consiliari regionali. Iniziata nel 2012, ha coinvolto 56 consiglieri. Peculato, truffa e finanziamenti illecito ai partiti i reati ipotizzati a vario titolo dagli inquirenti. Le contestazioni più gravi nei confronti di 43 consiglieri regionali, raggiunti nei mesi scorsi dagli avvisi di chiusura indagini, passo che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio.
Cota: "Io limpido" - Il governatore del Piemonte si difende da ogni accusa: "Riaffermo la correttezza delle mie azioni e la limpidezza delle mie intenzioni, farò valere le mie ragioni con forza ed in ogni sede", ha detto Cota. Il presidente della Regione ribadisce la sua "totale estraneità a interessi di carattere economico".
"Prendo atto senza alcuna sorpresa della richiesta di rinvio a giudizio presentata dai pubblici ministeri - aggiunge l'esponente della Lega Nord -. Non commento la circostanza della richiesta di archiviazione dell'indagine di Mercedes Bresso. Rinvio alla lettura delle disinvolte e benevole motivazioni del colpo di spugna. Registro che nessun esponente di una parte politica andrà a giudizio".