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Stamina, i genitori di Mattia: "Denunceremo gli Spedali di Brescia"

"Terapia bloccata, il metodo Vannoni è stato boicottato", dice la mamma Simona. Allo stesso modo si comporteranno i familiari di altri 34 pazienti, quasi tutti bimbi

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I genitori del piccolo Mattia F., in cura con il "metodo Stamina" agli Spedali di Brescia, denunceranno la struttura per mancata esecuzione della sentenza del Tribunale del lavoro di Napoli e per i danni alla salute provocati dal mancato rispetto dei protocolli previsti dalla cura con cellule staminali adulte. Lo ha reso noto la madre di Mattia, Simona Marrazzo. Allo stesso modo si comporteranno i familiari di altri 34 pazienti, quasi tutti bimbi.

"I tempi previsti nei protocolli del 'metodo Stamina' non sono stati rispettati, né per Mattia né per gli altri pazienti", afferma Simona F.

"Per Mattia, che ha ricevuto la prima infusione il 14 agosto e la seconda il 14 novembre, il limite massimo del 31 dicembre è stato superato abbondantemente. Nel frattempo è peggiorato, ma non per l'inefficacia del metodo quanto per la sua mancata applicazione.

Il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, aveva dato la propria disponibilità a praticare l'infusione il 13 gennaio, ma da Brescia non gli hanno neanche risposto. Evidentemente ci sono direttive precise per dimostrare che il metodo Stamina è inefficace e presentarlo come un impostore", aggiunge Simona F.

Il metodo Stamina elaborato da Davide Vannoni prevede 5 infusioni di cellule staminali adulte prelevate da un genitore oppure da un parente. Per Mattia le infusioni sono state due. Per altri pazienti in lista agli Spedali di Brescia non è stata praticata neanche la prima.

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