Marò, India: no rischio pena morte
Nuova rassicurazione da parte del ministro degli Esteri di New Delhi
L'India ha assicurato all'Italia che la vicenda dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone "non rientra nei casi in cui si può applicare la pena di morte". A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri di New Delhi, Salman Khurshid, rivolgendosi al collega degli Interni, Sushil Kumar Shinde, come riferisce la tv Cnn-Ibn.
"Ho spiegato il punto di vista del ministero degli Esteri sulla vicenda al ministro degli Interni", che peraltro "ha l'ultima parola", ha sottolineato il capo della diplomazia di New Delhi. "Ho ricordato - ha proseguito - che esiste il fatto che il governo indiano ha fornito un'assicurazione che i due marò non rischiano la pena di morte".
Il nodo "pena di morte" - Da una parte la polizia indiana Nia può presentare un rapporto sul caso, avvenuto fuori dalle acque territoriali, solo utilizzando la legge indiana per la repressione della pirateria (SUA Act) che implica la richiesta di pena di morte. Dall'altra, se si rimuove il SUA Act, per evitare l'incriminazione per la pena capitale e si invoca solo il codice penale, allora la Nia non ha giurisdizione.
De Mistura: "Questione esclusa da tempo" - "La questione della pena di morte applicabile ai marò è già da tempo totalmente esclusa, sia da passate dichiarazioni del ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid, sia da prese di posizione al riguardo nel Parlamento di New Delhi". E' quanto ha dichiarato l'inviato speciale del governo italiano, Staffan de Mistura.
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