Strage Torino, figlio delle vittime sentito in caserma per 10 ore
Con lui ascoltata anche la fidanzata Milena. I tre pensionati sono stati massacrati a coltellate nella loro villetta da qualcuno che si è accanito sui corpi, martoriandoli di fendenti
Dieci ore in caserma per cercare di dare informazioni utili per la strage di Caselle Torinese, dove tre pensionati sono stati uccisi a coltellate. Maurizio Allione, 29 anni, il figlio di Claudio e Mariangela, due delle vittime, è stato sentito, con altre persone, tra cui la sua fidanzata Milena, dagli investigatori. E' stato proprio lui a dare l'allarme, preoccupato dal fatto di non riuscire a mettersi in contatto con i genitori.
Le vittime sono Claudio Allione, 66 anni, ex dipendente della Sagat (la società che gestisce l'aeroporto), la moglie Maria Angela Greggio, 65 anni, ex insegnante, e la suocera Emilia Campo Dall'Orto, 93 anni. L'anziana è stata trovata nella propria camera da letto al pianterreno, i coniugi nel corridoio al primo piano, l'uno accanto all'altro.
L'ipotesi di una rapina non viene trascurata ma non quadra con la presenza, nella casetta degli Allione, di due cani, due pastori tedeschi in grado di scoraggiare qualsiasi malintenzionato. Quello che è certo è che l'aggressore voleva uccidere: ha cercato, braccato e attaccato Claudio, Maria Angela ed Emilia con furia e determinazione. Eppure non c'era sangue nell'alloggio. Come se qualcuno avesse deciso di pulire tutto. Al punto che, prima che l'esame dei corpi rivelasse i segni della lama, si era pensato a una fuga di monossido di carbonio.
A dare l'allarme è stato Maurizio Allione, il figlio di Claudio e Mariangela. Domenica mattina verso le 11 ha telefonato a Rita Fornelli, una vicina di casa, una delle poche persone di Caselle che i genitori frequentavano: "Sono in Valle d'Aosta per una vacanza e da due giorni non riesco a mettermi in contatto con mamma e papà". Ma Rita aveva già notato qualcosa di insolito: il garage della villetta, contrariamente alle consuetudini, era stato lasciato aperto, e la luce era rimasta accesa. "Gli ho consigliato di rientrare", racconta la donna. Maurizio è rientrato, ma prima ha chiesto a un amico di dare un'occhiata: il ragazzo ha scavalcato il cancello, e' passato per la rimessa, è entrato in casa e ha visto.
Maurizio non abita con i genitori. Vive a Torino in un quartiere chiamato Falchera, all'estrema periferia settentrionale della metropoli, una manciata di chilometri da Caselle. Fino a qualche mese fa lavorava come magazziniere carrellista. "Un ragazzo perbene, educato, un modello": così lo descrivono Rita e altri che lo conoscono. I carabinieri e il pubblico ministero Fabio Scevola lo hanno ascoltato a lungo. Insieme a lui la fidanzata e l'amico al quale si era rivolto.
I Ris nella villa degli orrori - Per cercare di chiarire quanto avvenuto nella villetta è stato disposto anche l'intervento dei carabinieri del Ris. In particolare l'intenzione è di capire per quale motivo nell'edificio non siano state trovate tracce di sangue. Gli investigatori sono al lavoro anche per verificare l'alibi del figlio.
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