Forconi, Mariano Ferro: "Non ci fermeremo, i presidi proseguono"
L'ala moderata del movimento riunita a Soave, uno dei presidi simbolo della protesta
"Non indietreggeremo di un passo e i presidi proseguiranno fino a che il governo, qualsiasi esso sia, non prenderà in considerazione le nostre proposte". Lo ha assicurato Mariano Ferro, leader assieme a Lucio Chiavegato dell'ala moderata del movimento dei Forconi. Da Soave (Verona), uno dei presidi simbolo della protesta, Ferro ha poi sottolineato che "trattare con il governo non vuol dire vendersi".
Ferro ha enunciato il documento redatto dal Comitato "Coordinamento 9 dicembre 2013" con i punti base delle richieste avanzate al Governo Letta che comprendono, tra l'altro, la sospensione delle procedure esecutive di qualsiasi origine; l'istituzione di un fondo di garanzia per le aziende di tutti i settori produttivi, l'aumento in busta paga per i dipendenti privati di 300 euro. Il movimento attendera' una risposta ancora per 20 giorni, dopodiche' "saremo "legittimati a prendere qualsiasi iniziativa, compresi i presidi davanti alle sedi delle Agenzie delle Entrate, di Equitalia, delle banche ecc" Saremo - ha aggiunto - la spina nel fianco del Governo che si vuol adeguare a questo sistema". Rilevante, per il Comitato, "la sospensione immediata di tutte le procedure esecutive di qualsiasi origine, la revisione dei modulari per il fallimento, un meccanismo medievale che consente agli sciacalli di comperare a basso prezzo aziende che costano oltre il triplo". Tra gli obiettivi del Comitato, che sta dialogando con altri movimenti, coinvolgere i sindaci in Italia per, tra l'altro, contrastare la Tares "cosi' come vuole, introdurla il Governo".
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