Se la Fiat è un gruppo "globale", dopo l'acquisto definitivo della Chrysler, è anche merito dei sindacati italiani. Lo afferma il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, sottolineando che l'acquisto è una notizia "positiva". "Spero che adesso - afferma - l'opinione pubblica italiana riconosca l'errore di aver bistrattato la strategia di Marchionne e l'azione responsabile della Cisl e degli altri sindacati in questi anni difficili".
Angeletti: "Evento storico crea prospettive per l'Italia" - Sulla stessa linea di Bonanni, è anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "E' un evento storico. Finalmente avremo una società globale in grado di reggere i prossimi decenni sul mercato automobilistico mondiale". "Un'azienda forte, solida dal punto di vista finanziario avrà risorse per investire anche in Italia - continua Angeletti - vendere su tutti i mercati e garantire tutti i posti di lavoro. L'alternativa sarebbe stata la chiusura di tutti gli stabilimenti". "Ora mi aspetto che, come è stato già assicurato, Fiat faccia gli investimenti negli stabilimenti italiani, con l'augurio che le macchine vengano poi vendute. Non basta infatti investire e produrre ma bisogna soprattutto vendere. Mirafiori e Cassino sono gli stabilimenti dove servono di più gli investimenti e i nuovi modelli".
Per Angeletti, "è una stupidaggine porre il problema se il nuovo gruppo sia ora più americano. Molti italiani sono usciti dalla storia, stanno ancora nel ventesimo secolo, compreso qualche mio collega".
De Palma (Fiom): "Governo chieda garanzie per gli impianti" - In queste ore sembrano i botti di Capodanno, ma non vorrei che a noi ci lasciassero solo la puzza di zolfo. Ora la Fiat può giocare a mano libera. La testa del gruppo rimarrà in Italia? La capacità installata di produzione sarà confermata? Avremo finalmente una missione industriale anche per Mirafiori e Cassino? Il governo dovrebbe convocare tutte le parti al tavolo e chiedere garanzie sul futuro degli stabilimenti italiani".
De Palma rincara la dose: "L'accordo raggiunto tra la Fiat e il fondo Veba ci dice che è scongiurato il fallimento della fusione che rischiava di avere effetti drammatici su tutto il gruppo, ma quell'accordo è stato reso possibile senza che la proprietà abbia messo un solo euro. L'acquisizione di Chrysler è il frutto del know how e della capacità industriale degli stabilimenti italiani, la pagano solo i lavoratori italiani".
La Borsa promuove l'accordo: +16,4% - Piazza Affari ha chiaramente promosso l'accordo di Fiat con Veba per l'acquisto del 100% della Chrysler: il titolo della Casa automobilistica italiana è salito del 16,4% sul finale a 6,92 euro tra scambi pari al 6,4% del capitale.