Roma "è una città piena di turisti, ma anche di rifugiati", "è piena di gente che lavora, ma anche di persone che non trovano impiego e di rifugiati". Il Papa lo ha detto nella preghiera dei Vespri, lanciando il suo appello: "Hanno il diritto ad essere trattati con accoglienza ed equità". Poi ha esortato Roma, "città di una bellezza unica", a diventare "più ospitale, accogliente, solidale con i poveri e gli infelici".
"A Roma - ha detto il Santo Padre - ci sono tante persone segnate da miserie materiali e morali, povere, infelici, sofferenti, che interpellano la coscienza di ogni cittadino": a Roma "sentiamo più forte" il contrasto tra l'"ambiente maestoso" e il "disagio sociale di chi fa più fatica".
"Com'è la qualità della vita in questa Città? Dipende da tutti noi!", ha detto dedicando gran parte della sua ultima omelia dell'anno proprio alla città dove vive.
"Com'è la qualità della nostra 'cittadinanza'? Quest'anno abbiamo contribuito, nel nostro 'piccolo', a renderla vivibile, ordinata, accogliente? - ha chiesto -. In effetti il volto di una città è come un mosaico le cui tessere sono tutti coloro che vi abitano. Certo, chi è investito di autorità ha maggiore responsabilità, ma ciascuno è corresponsabile, nel bene e nel male".
E quindi, ecco l'appello alla città eterna: "Roma è una città di una bellezza unica. Il suo patrimonio spirituale e culturale è straordinario. Eppure, anche a Roma ci sono tante persone segnate da miserie materiali e morali, persone povere, infelici, sofferenti, che interpellano la coscienza di ogni cittadino".
Marino: "Rilanciamo l'accoglienza" - "Ancora una volta mi trovo a condividere profondamente il pensiero del vescovo di Roma, Papa Francesco". Lo ha detto al termine del Te Deum nella Basilica di San Pietro il sindaco di Roma Ignazio Marino, commentando l'invito del Papa. Dal prossimo 2 gennaio, ha poi annunciato, la capitale ospiterà 2.500 richiedenti asilo, anzichè degli attuali 250, "grazie all'impegno del Comune".