"Era meglio se morivi così avremmo salvato altre vite animali". "L’essere umano si reputa più importante di un animale? Non è così. Questa Caterina dovrebbe vergognarsi di vivere grazie alla morte di esseri viventi. Schifosa". "Se per darti un anno di vita sono morti anche solo tre topi, per me potevi morire anche a due anni". Sono tre post presi a caso da una delle bacheche Facebook più calde di questa fine 2013. La destinataria di questi illuminati pareri si chiama Caterina Simonsen, è una 25enne vegetariana di Padova che studia Veterinaria a Bologna. Cos’avrà mai fatto di così grave per meritarsi tante offese e minacce di morte?
La sua "colpa" è di soffrire di quattro malattie genetiche rare e di essere ancora su questa terra grazie alla ricerca basata sulla sperimentazione animale. E per dire grazie alla comunità scientifica che le permette di svegliarsi ogni mattina e di andare a letto ogni sera, la 25enne ha postato su Facebook e su Twitter una sua foto con un respiratore sulla bocca con l’hashtag #iostoconlaricerca, #iostoconelenacattaneo, ringraziando ricercatori, Sistema Sanitario Nazionale e Agenzia del Farmaco. “Io, Caterina S. - si legge - ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro".
Sui social niente viene postato per caso - La foto dove Caterina esprime liberamente una sua opinione personale, comincia a circolare e cominciano le invettive contro di lei, “colpevole” di vivere a discapito di un animale usato in laboratorio per testare farmaci. Purtroppo animalismo fa ancora rima con estremismo e la sua bacheca è diventata un tazebao di insulti e minacce. In totale Caterina ha contato 30 auguri di morte e 500 offese che lei ha prontamente girato (con nome e cognome) alla polizia postale. "Non capisco il perché di tanta cattiveria - spiega all’agenzia di stampa Adn Kronos - Loro non sanno chi sia io, cosa faccia io, e probabilmente sono così ingenui da non sapere che tutti i farmaci che prendono, che danno ai loro figli e che danno ai loro animali sono stati testati sugli animali".
L'appello - Per spiegare come si vive con quattro malattie genetiche rare, la Simonsen ha postato anche eloquenti video della sua quotidianità. E lancia un appello perché non animalismo non faccia più rima con estremismo, chiedendo agli animalisti europei, alla Lav e a Michela Vittoria Brambilla di prendere le distanze dalle minacce di morte