Alma Shalabayeva è arrivata a Roma con la figlioletta Alua di sei anni. La moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov è giunta all'aeroporto di Fiumicino con un volo di linea della Lufthansa proveniente da Francoforte. La Shalabayeva, precisa il suo legale, "per ora resterà in Italia per poi spostarsi". La donna fu espulsa dall'Italia insieme alla figlia il 31 maggio dopo un blitz della polizia italiana.
Strettissime le misure di sicurezza messe in atto dalla Polaria all'aeroporto romano Leonardo da Vinci. Alma Shalabayeva e la piccola Alua sono state accolte direttamente all'uscita dall'aereo da funzionari Polaria, che le hanno accompagnate prima al ritiro dei bagagli e poi negli uffici per il disbrigo delle pratiche burocratiche relative al passaporto. Sorridente, la moglie del dissidente kazako indossava un cappotto nero lungo fino alle caviglie, mentre Alua, i capelli raccolti a coda di cavallo, aveva un gilet rosso e stivali in tinta.
"Sperano di apparire civili per ottenere l'estradizione" - "Hanno rapito me e mia figlia a causa di mio marito. Ci hanno lasciato andare sempre a causa di mio marito: i kazaki sperano così che apparire civili li aiuterà a ottenere l'estradizione dalla Francia" di Mukthar Ablyazov. Così ha affermato la Shalabayeva ai cronisti.
"In Kazakistan temevamo per nostra figlia" - "Ci sentivamo sempre sotto sorveglianza, eravamo preoccupati di ricevere intimidazioni ma soprattutto avevamo timore per l'incolumità di nostra figlia". Alma Shalabayeva racconta così i sette mesi trascorsi in Kazakistan durante la conferenza stampa a Roma.
"Non vedo l'ora di rivedere mio marito, mi manca" - "Il mio desiderio è rivederlo il prima possibile, mi manca molto". Alma Shalabayeva rivolge anche un pensiero al marito Mukthar Ablyazov. E poi ha aggiunto, sulla sua permanenza in Italia: "Ancora non ho deciso quale sarà la mia destinazione finale: per ora sono qui e la mia felicità riguarda il fatto di essere riuscita a riunirmi alla mia famiglia".
"La Bonino è una persona coraggiosa" - Il ministro "Bonino è una persona coraggiosa che mi ha aiutato in questa situazione". Lo ha detto Alma Shalabayeva poco prima di incontrare i giornalisti in un albergo romano ringraziando anche "tutti i bambini e i genitori della scuola di Casalpalocco per avermi inviato videomessaggi che mi hanno fatto piangere. E' stato toccante", ha aggiunto.
"Grazie al ministro Bonino" - "Voglio ringraziare il ministro Emma Bonino, il ministero degli Esteri e gli organi di informazione per essersi occupati del mio caso ed avermi consentito di tornare in Italia. Sono felice, sono molto felice di essere in Italia. Grazie a tutti". Queste le prime parole, tra le lacrime, di Alma Shalabayeva prima di lasciare l'aeroporto di Fiumicino in auto. Ad attenderla c'erano anche gli altri due figli, Madina e Madiyar, arrivati ieri a Roma con un volo da Ginevra.
"Per ora resterà in Italia" - L'avvocato della donna, Anna D'Alessandro, non ha precisato dove Alma Shalabayeva potrebbe andare dopo essere giunta a Roma, ma ha ricordato che "parte della famiglia vive in Svizzera". La permanenza in Italia, ha sottolineato, è "il riconoscimento del grande merito del ministro Bonino" e al Paese per il "ripristino della legalità".
"Voglio ringraziare anche i media indipendenti" - "Voglio ringraziare i media indipendenti che hanno acceso i riflettori sulla mia situazione", ha poi proseguito. "Hanno reso possibile un esito positivo della vicenda per me e mia figlia", ha concluso.
Bonino: "Un caso che mi bruciava dentro" - Il caso dell'espulsione dall'Italia di Alma Shalabayeva e della figlioletta Alua "mi è bruciato dentro", aveva commentato il ministro degli Esteri, Emma Bonino, "perché la Farnesina non c'entrava veramente nulla". "La legge italiana - per giusta o sbagliata che sia - affida il controllo del territorio al ministero degli Interni: punto. La Farnesina come altrove viene richiesta solo se trattasi di diplomatici accreditati", ha spiegato il ministro.