Cresce il numero delle operazioni di chirurgia estetica fatte in luoghi non idonei, secondo l'Associazione italiana chirurgia plastica estetica, Aicpe. Di conseguenza, aumentano anche gli interventi “riparatori” realizzati per rimediare a un danno. Addirittura, la percentuale delle operazioni effettuate per rimediare a un "errore" si attesta ormai al 20% del totale.
Interventi fatti in studi - Pierfrancesco Cirillo, chirurgo plastico, del consiglio direttivo dell'Aicpe, precisa: "Lo segnaliamo sulla base di ciò che ci riferiscono i nostri associati. Non abbiamo dati certi ma registriamo non più solo casi rari e singoli di complicanze. Le reazioni negative e la chirurgia secondaria effettuata per riparare danni dovuti a infezioni o interventi fatti male sono arrivati al 20% negli ultimi tre anni, prima erano stabili al 10-15%".
I problemi sono dovuti soprattutto a interventi chirurgici veri e propri, oppure punture ringiovanenti e laser usati da medici non specialistici che operano in semplici studi, inclusi gli odontoiatri.