Roma, con tre lettere dal carcere si pente lo sfruttatore delle baby-squillo
Scrive ai parenti delle ragazzine dei Parioli e al ministro della Giustizia Cancellieri: si ritiene vittima di un'ingiustizia sociale
Scrive dal carcere di Regina Coeli Mirko Ieni, lo sfruttatore delle baby squillo dei Parioli e racconta la sua versione dei fatti. Lo fa in tre missive, indirizzate ai suoi parenti e al ministro della Giustizia Cancellieri, alla quale chiede le stesse attenzioni riservate al caso Ligresti, ritendosi vittima di un'ingiustizia sociale: "Ancora mi pento e non potevo immaginare tutto questo, che fossero minorenni e così spregiudicate" scrive a caratteri maiuscoli Ieni, riempiendo tre pagine di fogli protocollo. "Se questa è la punizione per un mio atteggiamento morale asuperficiale, dettato dall'ingenuità, allora preferisco morire di fame", scrive accorato al Ministro.
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