L'Italia del Settecento

Viaggio iconografico nell’Italia di Goethe

Le bellissime immagini raccolte in “Grand Tour” fanno rivivere i capolavori artistici e archeologici di fine ‘700

© Ufficio stampa

"L’atmosfera aveva vinto le nubi e la sera era piuttosto bella. Il postiglione s’addormentò e i cavalli partirono a trotto velocissimo, discendendo la strada che conoscevamo bene, e tanto più rallentando il passo appena toccavano un tratto pianeggiante. Allora il cocchiere si svegliava e li incitava, dimodochè giunsi assai presto, passando tra alte rupi, giù al turbolento Adige…". Le parole scelte da J. W. Goethe per descrivere il momento del suo ingresso in Italia raccontano l’emozione provata dal letterato tedesco.

Leggere le note romanzate del suo Viaggio nel nostro paese è sempre stato un po’ come salire sulla macchina del tempo per ritrovarsi a fine ‘700, quando molti dei capolavori artistici e archeologici dell’Italia erano ancora in auge.

Oggi, si può partire sulle orme di Goethe “aiutandosi” anche con le bellissime immagini raccolte in “Grand Tour”, un catalogo fotografico davvero suggestivo stampato su setalux (128 pagine, 79€) col quale 24 ORE Cultura attraverso illustrazioni di epoca ci dà uno spaccato molto verosimile di quello che l’autore de Viaggio In Italia vide.

Come una camera ottica, ecco Piazza delle Erbe e l’Arena di Verona, la Basilica di S. Antonio a Padova, il Ponte dei Sospiri a Venezia: “Mentre la prima gondola si accostava al nostro burchiello… mi son ricordato d’un mio antico giocattolo, al quale non avevo forse pensato da vent’anni in qua. Mio padre possedeva un grazioso modello di gondola… la teneva molto cara ed era convinto di fare anche a me un gran regalo permettendomi di trastullarmi con quella gondoletta. Così  i primi rostri della lamiera luccicante e i felzi neri delle gondole mi hanno salutato come una vecchia conoscenza…”.

Il viaggio prosegue a Bologna, Firenze, tra le rovine di Roma in calesse, in una Piazza San Pietro incredibilmente vuota, come la scalinata di Trinità dei Monti. Si rimpiange quel periodo, dove non vi era turismo di massa, e la sorpresa e l’incanto dei luoghi non era anticipata, svelata e un po’ quindi anche denudata dalle immagini digitali.

Con Goethe ci si bagna in bianco e nero nel mare di Capri, si vede Napoli – “Alla nostra sinistra avevamo sempre il Vesuvio col suo poderoso fumacchio, e io gioivo tra me di poter finalmente contemplare quello straordinario spettacolo coi miei occhi” – sino alla Sicilia, alla quale è dedicata una chiosa fulminante e inconfutabile: “L’Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell’anima: qui è la chiave di tutto…. La Sicilia è per me un preannuncio dell’Asia e dell’Africa, e trovarsi in persona nel centro prodigioso cui convergono tanti raggi della storia del mondo non è cosa da poco".