Il tribunale collegiale di Pesaro ha accolto il reclamo presentato dalla famiglia di Federico, il bimbo di 3 anni affetto da un rarissimo morbo che gli sta paralizzando il corpo, per ottenere il proseguimento delle infusioni col metodo Stamina agli Spedali di Brescia. I giudici non fissano limitazioni al numero di infusioni, ma affidano la durata della terapia al giudizio medico.
Il bimbo potrà dunque continuare a curarsi col metodo Stamina dopo che in primo grado il giudice del lavoro Maurizio Paganelli aveva concesso la cura con le staminali ma a patto di usare una delle 13 Cell-Factory italiane autorizzate dall'Aifa. A marzo scorso il tribunale di Pesaro aveva accolto il primo reclamo presentato dalla famiglia del bimbo, che risiede a Fano ed è affetto dal morbo di Krabbe, autorizzando 5 infusioni. Al termine del trattamento c'era stato un altro stop alla prosecuzione. Da qui, un nuovo reclamo dei familiari, secondo cui Federico ha avuto evidenti miglioramenti con il metodo Stamina.
I giudici hanno poi inflitto il pagamento delle spese legali a carico dell'ospedale di Brescia per tutti i doppi gradi di giudizio sopportati, per un totale di 6mila euro.
Legale famiglia: "Sorriso di Federico non si spegnerà" - Soddisfazione del legale che tutela la famiglia, l'avvocato Tiziana Cucco, che dice: "Sono felice di questa scelta perché il sorriso di Federico non si spegnerà grazie alla determinazione dimostrata in questa fase dai giudici, che hanno capito come debba essere il solo medico a stabilire la durata di una terapia e non certo un magistrato".
Il via libera a Noemi - Mercoledì erano stati i giudici de L'Aquila a dare il via libera al metodo Stamina per Noemi, una bimba di 18 mesi di Guardiagrele (Chieti), per la quale aveva chiesto di pregare anche papa Francesco.
Sul contestato metodo, è intervenuto anche Paolo Bianco, direttore del laboratorio cellule staminali dell'università La Sapienza Roma, chiedendo al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di pubblicare i protocolli perché "tale situazione impedisce ai membri della commissione di fugare i dubbi che la sentenza del Tar genera nei loro confronti presso l'opinione pubblica". Non si è fatta attendere la risposta del ministro: "Non posso, perché il ministero è vincolato, ma credo che sarebbe opportuno da parte di Stamina rendere loro pubblico il metodo. Ho consultato il nostro ufficio legale ma mi hanno risposto che non è possibile, perché siamo vincolati alla segretezza. Io avrei voluto pubblicare immediatamente tutto. Capisco il senso dell'appello di Bianco perché c'è voglia da parte di tutti di poter sapere di cosa si tratta veramente".