I Google Glass potrebbero diventare partner essenziali in sala operatoria. Nei principali ospedali degli Stati Uniti, si sta testando l'uso di questo supporto tecnologico durante gli interventi. Per tenere sott'occhio, è il caso di dirlo, i parametri vitali del paziente, senza distogliere lo sguardo dal paziente.
Cartelle cliniche sbirciate dagli occhiali - L'Università di Stanford ha già messo in piedi un'azienda, la VitalMedicals, con l'obiettivo di realizzare un'app ad hoc. Il software invia agli occhiali gli allarmi in caso di valori preoccupanti. Il prossimo passo sarà permettere al chirurgo di visualizzare con i comandi vocali le immagini di radiografie e altri test preoperatori, insieme a quelle degli strumenti che già ora guidano le sue mani, come fluoroscopi, ultrasuoni ed ecografie.
Poter tenere sotto controllo e richiamare tutti questi dati senza usare le mani, evitando quindi anche che vengano a contatto con superfici potenzialmente poco pulite, sarà di grande aiuto, spiega Pierre Theodore, il chirurgo cardiotoracico dell'Università di San Francisco che per primo ha portato i Google Glass in una sala operatoria: ''Avere i dati in un formato conveniente e sempre presente può portare a una maggiore efficienza e a prendere decisioni migliori quando si ha poco tempo a disposizione''.
Punti critici - Prima di avere una diffusione su larga scala del sistema, però, devono essere risolti alcuni problemi tecnici. Il primo riguarda la privacy, con test e immagini che non devono far risalire all'identità del paziente. Inoltre, il dispositivo va protetto dall'attacco di eventuali hacker, e il collegamento wi fi deve essere reso sicuro e non interferire con le altre apparecchiature della sala operatoria.