Concordia, De Falco: esortai Schettino Il comandante: "Telefonata inutile"
Il capitano della Guardia Costiera di Livorno, ascoltato come teste al processo di Grosseto racconta: "Della falla ne venimmo a conoscenza grazie ai carabinieri"
"Esortai il comandante a risalire sulla Concordia, ma non ci sono riuscito". Lo ha affermato il capitano Gregorio De Falco, capo della sala operativa della Capitaneria di Livorno, ricordando la telefonata con Francesco Schettino la notte della tragedia del Giglio. "Ancora oggi mi chiedo perché era sceso dalla nave", ha aggiunto il teste.
"A conoscenza della falla grazie ai carabinieri" - "Mentre dalla nave ci davano rassicurazioni sulla situazione a bordo, i carabinieri di Prato ci avevano avvisato della telefonata di una parente di una passeggera secondo cui la nave era al buio, erano stati fatti indossare i giubbotti di salvataggio, erano caduti oggetti e suppellettili: circostanze non coerenti con quanto dichiarato dalla nave", ha poi raccontato il capitano. "Questo ci fece pensare che la situazione era più grave" e "nessuno dalla Concordia aveva ancora chiamato per chiedere soccorso". Nei primi contatti via radio, poco dopo le 22, la Costa Concordia aveva detto alla capitaneria di avere un black out e che sarebbe rimasta al Giglio per verificare l'avaria. Ma nessuno allora parlò di falla.
"Non mi sapeva dare risposte" - "Quanti passeggeri ci sono ancora a bordo, comandante?". E Schettino: "Non lo so, mi trovo sulla lancia, credo massimo una decina di persone sull'altro lato": e' una delle prime conversazioni tra Gregorio De Falco, che chiede informazioni dalla sala operativa di Livorno e Francesco Schettino. Ma alla capitaneria risultavano almeno in in quella fase almeno 2-300 persone ancora a bordo. Sono mezzanotte e 28. Ancora De Falco: "Quanti coordinano lo sbarco? Lei dove si trova?". E Schettino: "La nave è giù a 90 gradi, sono su una scialuppa tra la nave e terra". "Comandante: quante persone vede in acqua? Ci sono donne, bambini? Quanti sono? Si stanno buttando in acqua?". "A bordo c'è una decina...". "Può verificare questo dato? Voglio i dati". "Io chiesi quante persone andare a cercare a bordo - ha detto il capitano -, insistevo ma il comandante non mi sapeva dare le risposte".
Schettino: "La telefonata di De Falco fu inutile e provocatoria" - "Nella telefonata che oserei definire tristemente famosa, ho cercato di stabilire in tutti i modi un dialogo propositivo e collaborativo col comandante De Falco privilegiando la sostanza della comunicazione ma notavo, meravigliandomi, la perdita dell'autocontrollo". Lo ha detto Francesco Schettino in una dichiarazione spontanea resa alla fine dell'udienza a Grosseto. De Falco "mi diceva richieste impossibili da realizzare" e "dava ordini perentori espressi con tono sprezzante", ha aggiunto Schettino leggendo un testo. Comunque "ero disponibile a interpretare le sue richieste" e "pronto ad essere utile e non cadere in quelle che ho considerato essere inutili provocazioni in quella situazione drammatica mentre lui stava a 140 km di distanza".
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