"I segnali di ripartenza sono debolissimi e non si possono cogliere con un ottimismo particolare. Giro tra le imprese e vedo tanta disperazione". Questo l'allarme lanciato da Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, secondo il quale restano irrisolti i nodi della crescita. In particolar modo preoccupano il credito, i mancati pagamenti della Pubblica amministrazione, la non competitività del costo del lavoro.
"Abbiamo bisogno di avere alle spalle un Paese normale che ci consenta di operare senza vincoli burocratici, con costi energetici nella media europea, tempi rapidi nelle autorizzazioni", ha sottolineato Squinzi. "Bisogna mettere mano finalmente alle riforme che - ha aggiunto - ci consentano di ritrovare la crescita".
Per la manovra servono almeno 10 miliardi - Squinzi parla anche di legge di Stabilità. "Noi di Confindustria diciamo che se si investono 1-2 miliardi sul lavoro non si sortiscono effetti. Ne servono almeno 10, se non una cifra superiore, perché produca risultati. I tanti posti di lavoro persi dal 2007 a oggi - ha aggiunto - sono dovuti alla crisi dei consumi interni e un intervento sul cuneo fiscale rimane per noi la risposta più diretta".