Nella carta viene rappresentata una donna, una sacerdotessa, con una lunga veste e una postura austera e posata. Lo sguardo è fermo, come se fosse più interiore che esteriore. Nei vari mazzi è possibile incontrare diverse sfaccettature e sfumature dei colori. Viene spesso associata alla Luna ed è per questo che trasmette consapevolezza interiore e ricettività.
La simbologia di questa carta è legata sempre alla saggezza e alla conoscenza, che derivano da un contatto profondo con il proprio mondo interiore, con il mondo dell’invisibile. È una carta legata al potere dell’intelletto e dell’intuizione, che spesso sono dei doni femminili.
Quando viene estratta nei consulti, non parla mai di grandi sconvolgimenti sul piano materiale e fisico, ma di crescita interiore ed evoluzione. È un arcano legato alla meditazione e alla preghiera, alla spiritualità che spesso consente all’individuo di affrontare meglio gli eventi della vita e a sapere trarre insegnamento da qualsiasi evento.
La Papessa sta in silenzio, è concentrata e riflette. Su cosa riflette? Dovrebbe essere questo il fulcro dell’interpretazione di un consulto in cui la Papessa ricopre un ruolo rilevante e di primo piano.
Un consulto di Tarocchi, infatti, non dovrebbe servire soltanto per conoscere gli eventi del prossimo futuro, ma anche per fare delle riflessioni profonde su se stessi e imparare a conoscersi meglio (tematiche che ben si accompagnano alla figura della Papessa).
Molto spesso la Papessa può raffigurare una donna che riveste un ruolo importante in una determinata situazione: colei che trama qualcosa. In chiave negativa, può quindi indicare una donna che si contrappone al consultante sul lavoro oppure una figura femminile legata a qualche uomo per cui si fanno le domande.