SFIDA A TRE PER LA SEGRETERIA

Primarie Pd, tre candidati e due obiettivi: 50% e 2 mln di elettori

I Democratici avranno un leader subito se uno tra Renzi, Cuperlo e Civati raggiungerà il quorum. "È l'ultima occasione per cambiare l'Italia" dice il sindaco

È il giorno delle primarie Pd: tra una manciata di ore i Democratici potrebbero avere un nuovo segretario se uno tra Renzi (favorito), Cuperlo e Civati supererà il quorum del 50%. Forti del ripensamento di Prodi, i tre cercano di scongiurare il flop, prevedendo 2 milioni di partecipanti. "Ora o mai più, è l'ultima occasione per cambiare tutti insieme l'Italia", è l'appello di Renzi che spera di incidere dentro il Pd e dentro il governo. Con Letta più che mai spettatoreinteressato.

Botta e risposta - L'ultima giornata di battaglia congressuale è segnata, come da rito, da polemiche e accuse incrociate pur in un clima che, comunque, non ha mai raggiunto nell'ultimo mese temperature roventi. Pippo Civati, che resta senza benzina prima di arrivare al suo ultimo comizio, chiede l'intervento di Guglielmo Epifani denunciando da parte del comitato Cuperlo la violazione della privacy per telefonate a migliaia di iscritti. Il candidato ex Ds respinge le accuse ed evita attacchi ai rivali, fedele all'impegno che, in caso di sconfitta, eviterà polemiche e sarà "al servizio dell'unità del partito".

Il comizio di Renzi - Il sindaco di Firenze, pur chiamando alla partecipazione più larga, non mette invece in conto la sconfitta, determinatissimo a vincere per segnare uno spartiacque "radicale" nel Pd. "Il Pd vuole tornare a vincere, non siamo più interessati ai premi della critica", sostiene il rottamatore che ha già annunciato che, se sarà il capo dei Dem, non farà accordi con nessuno dei suoi grandi elettori per definire la segreteria del partito.

Una svolta che anche Cuperlo vuole imprimere, sostenendo che "il ventennio va chiuso a destra, ma va chiuso anche sul nostro lato e deve cominciare un ciclo nuovo, diverso". In una sfida senza dubbio rinnovata nei volti, la vecchia guardia del Pd preferisce limitarsi agli appelli al voto. Massimo D'Alema viene accusato di maschilismo e gentilmente invitato a "ritirarsi dalla politica" da Civati per una battuta, da lui smentita, con cui paragonava ieri l'assessore pugliese Elena Gentile ad un pugile.

Il mistero Bersani-Prodi-Letta - Pier Luigi Bersani chiede "a tutti di andare a votare, di avere fiducia nel Partito democratico che è l'unica speranza dell'Italia", senza però invitare apertamente a votare per Cuperlo. Chi, nonostante tutto, ha deciso alla fine di dare ancora fiducia al Pd è Romano Prodi, che domani sarà al seggio vicino a casa sua a Bologna. È rimasto neutrale fino alla fine anche il premier Enrico Letta che oggi, però, sarà in fila ai seggi a Roma. Per chi voterà? Di sicuro visti i toni bellicosi di Renzi nei confronti del suo governo non si augura una vittoria spaccatutto del sindaco...