EX MEMBRO DEL POOL DELL'ANTIMAFIA

Il presidente del Tribunale di Palermo: "La mafia è pure in Parlamento"

Leonardo Guarnotta, da un convegno, attacca frontalmente le istituzioni: "L'Italia? E' una Repubblica presidenziale"

© LaPresse

"I mafiosi non sono solo i Riina o i Provenzano. I soggetti collusi con la mafia sono ovunque". Lo ha affermato il presidente del tribunale di Palermo, ex membro del pool dell'antimafia, Leonardo Guarnotta, al convegno "La mafia non è solo un problema meridionale". "Sono nelle istituzioni pubbliche, siedono anche in Parlamento", ha poi spiegato il magistrato.

Le critiche di Guarnotta alle Camere hanno toccato anche il Quirinale: "Siamo una Repubblica che - ha detto - dopo l'esito infausto delle ultime elezioni, non riuscendo la nostra classe politica ad eleggere il nuovo presidente, si è di nuovo ricorso al Presidente Napolitano, il quale mi pare che di tutta evidenza, ha accettato l'incarico solamente se riusciva a fare questo governo delle larghe intese o, forse, e' meglio dire delle 'larghe fraintese'. "Comunque è chiaro - ha proseguito - che ora debba resistere perché dice 'voi mi avete voluto. Se questo Governo va a male io mi dimetto e siete nella confusione più completa'".

"Il presidente della Repubblica grazie alle sue prerogative - ha detto ancora Guarnotta - ha fatto in modo che dopo tanto tempo la nostra Repubblica, il nostro Paese, avesse riacquistato quella dignità e decoro che negli ultimi tempi aveva perso, in campo nazionale e internazionale. Ognuno può giudicare il presidente come vuole, pero' ritengo che il presidente Napolitano si sia comportato bene e sia stato un grande presidente della Repubblica".

"Toghe rosse? Sì, di sangue" - Quindi Guarnotta ha affrontato le ultime vicende politico-giudiziarie. "Sono certissimo che se 'toghe rosse' sono, lo sono del sangue innocente versato da 24 magistrati servitori dello Stato, che lo Stato non ha saputo proteggere", ha detto il presidente del Tribunale di Palermo, in merito alla "forte contrapposizione tra potere politico e magistratura che di recente ha avuto un ulteriore rilancio a seguito di alcune decisioni della magistratura milanese su importanti personaggi politici orbitanti nella maggioranza governativa". Guarnotta ha quindi chiuso dichiarandosi "indignato" di fronte alle reazioni per una "sentenza definita da quello stesso rappresentante di un altro potere dello Stato, un 'atto immondo, un assassinio pubblico, un colpo di Stato da parte di una magistratura asservita e pilotata".