La pinacoteca cantonale Giovanni Züst a Rancate - famosa per raccogliere in permanenza le opere donate nel 1966 appunto dal collezionista Giovanni Züst (Basilea 1887 - Rancate 1976) su Antonio Rinaldi (1816-1875) - spalanca le porte fino al prossimo 12 gennaio 2014 ai mutamenti della società, sia contadina che urbana, fissati tra due date spartiacque cioè 1830 e 1915, vantando anche un nutrito numero di capolavori inediti o che non si vedevano in pubblico da parecchio tempo. “Un mondo in trasformazione. L'Ottocento tra poesia rurale e realtà urbana” a cura di Giovanni Anzani ed Elisabetta Chiodini si prefissa così d'illustrare l'evoluzione della pittura a pari passo di quella sociologica, attraverso le suggestive vedute di Lugano e Milano, dipinte da artisti quali Giovanni Migliara, Giuseppe Canella e Carlo Bossoli, che testimoniano le metamorfosi dell’assetto urbano.
Ancora significative le opere di Carcano, Franzoni, Feragutti Visconti e Mosè Bianchi che con Corso di Porta Ticinese tratteggia i contorni di una Milano fumosa e brulicante di vita, mentre con Lavandaie immortala la fatica di umili donne iscritte in un paesaggio che conserva ancora cadenze bucoliche. Come fa notare la direttrice Mariangela Agliati Ruggia "in mostra c’è anche un’opera di Adolfo Feragutti Visconti presentata con grande clamore a Milano nel 1885 e rivista recentemente a Bellinzona, all’esposizione a lui dedicata a Villa dei Cedri. Si tratta di Cadono le foglie, che rievoca, anche nel titolo, il celebre quadro di Domenico Induno Al cader delle foglie, esposto già a Rancate in occasione della mostra Intorno agli Induno nel 2002.
Il dipinto rappresenta una giovane donna malata di tisi che guarda in lontananza un paesaggio rievocando alla mente attraverso il soggetto i celebri esempi di A Silvia di Giacomo Leopardi, La Signora delle camelie di Alexandre Dumas, a cui si ispira Verdi per Violetta della Traviata. E ancora la Mimì della Bohème di Giacomo Puccini, gli scapigliati e quei crepuscolari morti appunto essi stessi di tubercolosi, come Sergio Corrazzini o Guido Gozzano (“Mi picchiano in vario lor metro spiando non so quali segni / m’auscultano con li ordegni il petto davanti e di dietro […] Or taci nel petto corroso, mio cuore! Io resto al supplizio / sono come uno sposo e placido come un novizio”, Soglie 1907). Scrittori e poeti sicuramente amati dai pittori ed oggi coprotagonisti in mostra: da qui l’idea di affidare a Michele Fazioli una scelta di brani in poesia e prosa coevi ai dipinti e a loro legati per tematiche o atmosfere, al fine di evocare lo spirito dell’epoca".
Ma sono i quadri del contrasto tra la sfavillante vita alto-borghese e le privazioni delle campagne i più rivelatori, come Alveare di Luigi Rossi, Ritorno dal lavoro e L’abbruttito di Pietro Chiesa, Venduta! di Angelo Morbelli, dipinto che ritrae l’annichilente realtà della prostituzione minorile, a destare maggiore interesse e a restare nel cuore e negli occhi dei visitatori maggiormente impressi. Non a caso ad Angelo Morbelli viene dedicata un'intera sala, al De Amicis dell'arte, a colui il quale va oltre la denunzia, scavalca il pietismo, con un "appetito di oggettività" ancor oggi attuale, senza tempo, nelle efficaci parole di Brizio "il risultato è una freddezzza veristica riproduttiva su cui invano lo stendersi di una fitta trama monotona di filamenti e di lineette luminose tenta di gettare un velo di poesia". E' il pittore della pura e nuda verità, del colore denso e risonante, ma anche dell'apparentemente estatico quotidiano come in La giardiniera (1912-1915), ambientato nel giardino della casa di Morbelli alla Colma di Rossignano, dove la protagonista è la giovane donna, dai vestiti modesti, nell’atto d’invasare un geranio. Come segnala la critica colpiscono in questa tela la luminosità che sembra sprigionarsi dalla materia pittorica e la forza poderosa della figura femminile che occupa gran parte dell’immagine; mirabili effetti stilistici ottenuti dall’impiego di colori puri che esaltano le forme del soggetto collocandolo in un concreto ambiente spaziale, mentre il paesaggio campestre in lontananza si distende in un variegato insieme di tonalità miste. Un perfetto epilogo dunque per suggellare le impressioni suscitate da questa pittura di luce lasciataci da uno dei maestri del divisionismo italiano".
Al lirisimo e alla campagna idealizzata o alla fatica dell'uomo fanno poi da contraltare una diversificazione di linguaggi che spazia da influenze scapigliate a ricerche più schiettamente veriste per approdare al divisionismo di Segantini, Longoni, Pellizza da Volpedo, Berta e Sottocornola e aprire una finestra sulla prima fase del Novecento con le opere prefuturiste di Boccioni. Differenze e rimandi si intrecciano: penso tra tutti a Pellizza, amico e frequentatore di Morbelli, ai suoi contadini affamati e alla monumentalità del Vecchio Mulino a Volpedo- anche quì con rimandi affettuosi alla propria terra o meglio al loro Piemonte- alla raffinatezza dei contrasti luminosi come a ricercare un'armonia perfettamente combaciante tra forma e contenuto: quella speranza che Pellizza, come molti suoi contemporanei, crede possa essere raggiunta nel nuovo secolo, con la regolamentazione del lavoro e della giustizia.
"Un mondo in trasformazione. L'Ottocento tra poesia rurale e realtà urbana"
Mostra a cura di: Giovanni Anzani ed Elisabetta Chiodini
Coordinamento scientifico e organizzativo: Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla
Allestimento: Nomadesigners
ORARI: da martedì a venerdì: 09.00-12.00 / 14.00-18.00; sabato, domenica e festivi: 10.00-12.00 / 14.00-18.00
Chiuso: il lunedì; 24,25,31/12 e 1/01. Altri festivi aperto.
INGRESSO: CHF 10.-/€8,70; ridotto (pensionati, studenti, gruppi): CHF 8.-/€6,50.
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
CH-6862 Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
Tel. +41 (0)91 816 47 91; decs-pinacoteca.zuest@ti.ch; www.ti.ch/zuest
Informazioni:
Tel. +41 (0)91 816.47.91; decs-pinacoteca.zuest@ti.ch; www.ti.ch/zuest
Tel. +39 049.663.499; info@studioesseci.net; www.studioesseci.net
COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST
Rancate si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), presso Mendrisio, facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. Per chi proviene dall’autostrada Milano-Lugano l’uscita è Mendrisio: alla prima rotonda si gira a destra e mantenendo sempre la destra si giunge dopo poco più di un chilometro nel centro di Rancate. La Pinacoteca è all’inizio della piazza della chiesa parrocchiale, sulla sinistra della strada. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi con la navetta “CittàBus” linea 3 – corse ogni mezzora – o a piedi, in 10 minuti