Roma, nuova protesta dei malati di Sla Uno di loro si stacca batterie respiratore
Occupata via XX Settembre. Presente anche Michela, la moglie di Raffaele Pennacchio, il medico malato di Sla morto dopo l'ultima manifestazione di ottobre
Nuovo presidio a Roma davanti al ministero dell'Economia per chiedere più fondi per l'assistenza domiciliare ai malati di Sla e di altre malattie altamente invalidanti. Con le loro carrozzine una decina di manifestanti hanno bloccato il traffico in via XX Settembre. Uno di loro, Salvatore Usala, ha staccato le batterie dal respiratore che lo tiene in vita.
Presente anche Michela, la moglie di Raffaele Pennacchio, il medico malato di Sla morto dopo l'ultima manifestazione, nel mese di ottobre. "Sono qui per prendere il testimone di mio mio marito - spiega Michela - ci ho pensato a lungo prima di decidere di venire, perché questi luoghi e queste situazioni mi ricordano inevitabilmente lui, ma poi ho pensato che fosse la cosa giusta da fare".
La richiesta: "Più fondi per l'assistenza domiciliare" - "Si parla di una spending review da 32 miliardi. Quanti disabili gravissimi saranno condannati a morte certa?" si chiede Mariangela Lamanna, vicepresidente del comitato 16 novembre Onlus, che ha inviato al governo alcune proposte di emendamento alla legge di Stabilità: tra queste la messa a disposizione di 600 milioni di euro per il 2014, di 700 per il 2015 per il fondo per la non autosufficienza (il 50% del quale "vincolato" per i malati gravissimi), l'istituzione di un contributo ai caregiver e la possibilità di scelta per i disabili tra la permanenza in una Rsa e le cure domiciliari.
Malato si stacca respiratore - Salvatore Usala, segretario del comitato 16 novembre Onlus e malato di Sla, ha staccato le batterie dal respiratore che lo tiene in vita come segno di protesta. "In sostanza - ha spiegato Mariangela Lamanna, vicepresidente del comitato - gli restano poco meno di quattro ore di autonomia respiratoria".
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