Dal 15 novembre e fino al 15 aprile 2014, sulle strade fuori dei centri abitati, entra in vigore l’obbligo degli pneumatici invernali. I comuni italiani possono poi decidere se adottare provvedimenti analoghi per la circolazione urbana e anche di prolungare il periodo di adozione, così come le province possono decidere sulle strade da loro amministrate ausili alla circolazione ulteriori, come le catene da neve. Perché la viabilità non è data una volta per tutte, ma dipende sempre dall’improvvisarsi delle condizioni meteo.
L’alternativa è avere a bordo le catene da neve, ma la soluzione delle gomme termiche invernali (quelle contraddistinte dalla sigla M+S) sta prendendo piede con vigore negli ultimi anni, perché più semplice e conveniente. Gli pneumatici invernali che possono essere montati sugli autoveicoli devono essere omologati secondo la Direttiva 92/23/CEE e successive modifiche, ovvero secondo il corrispondente regolamento UNECE. Ma quali veicoli sono tenuti a rispettare l’obbligo dallo scorso 15 novembre? La Direttiva del ministero delle Infrastrutture e Trasporti dello scorso 16 gennaio è chiara: “Le ordinanze riguardano i veicoli M1, cioè le autovetture con un massimo di 8 posti a sedere oltre al conducente”, dunque la quasi totalità delle auto private in circolazione, nonché “i veicoli N1 destinati al trasporto di merci avente massa non superiore a 3,5 tonnellate e O1 per rimorchi con massa non superiore a 0,75 tonnellate”.
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Le moto e i ciclomotori non potrebbero circolare nei 5 mesi considerati, a meno che le strade siano prive di neve o ghiaccio e non ci siano fenomeni nevosi in atto. Un buco nella Direttiva riguarda però i mezzi pesanti, che non sono disciplinati. A tutti però converrebbe sempre montare le gomme invernali, perché riducono del 15% gli spazi di frenata su bagnato, garantendo quindi maggior sicurezza. E anche perché, correttamente gonfiati, riducono i consumi di carburante e i costi di esercizio della vettura.