AI PARIOLI

Baby squillo, la più piccola al pm: "Vogliamo troppo: spacci o fai questo"

La ragazza, oggi 15enne, racconta al magistrato: "Io volevo lavorare per comprarmi cose griffate, volevo avere i miei soldi per comprare tutto ciò che mi piaceva: l'alternativa è vendere droga"

© Ansa

La più giovane delle due minorenni che si prostituivano a Roma, la ragazzina che all'epoca dei fatti aveva 14 anni, ha deposto davanti al pm, Cristiana Macchiusi. Alla presenza di una psicologa, la giovane ha raccontato: "Noi vogliamo troppo! Per guadagnare tutti questi soldi o spacci o ti prostituisci". "Io voglio una possibilità economica mia: o vado a spaccià la droga o faccio questo", ha detto.

Nel "verbale di assunzione di informazioni", la ragazza, oggi 15enne, ricostruisce come sia "iniziato tutto", insieme alla sua "amica del cuore" sedicenne, quando un giorno si sono collegate su un sito di incontri "per trovare lavoretti ed essere autonome".

L'amica "ha cominciato subito a lavorare io l'ho fatto più tardi - racconta - perché non me la sentivo, non mi sembrava una bella cosa". Aveva solo 14 anni. Ma "dopo qualche mese ho imparato ed ho iniziato anche io. Io e lei siamo esigenti, vogliamo molte cose, vestiti, macchine benessere".

Nella ricostruzione dei fatti della giovane ci sono anche i problemi economici della madre, quelli di salute del fratello, l'assenza del padre ("io non ho mai sentito la sua mancanza"), e poi gli incontri con i clienti, procurati in alcuni casi "autonomamente" e in altri tramite un intermediario.

Riguardo al motivo che l'ha spinta su questa strada, la ragazza ripete: "Io volevo lavorare per comprarmi cose griffate volevo avere i miei soldi per comprare tutto ciò che mi piaceva". "E tua madre non sapeva nulla?" le viene chiesto: "Ogni tanto le davo dei soldi, quindi aiutavo anche la mia famiglia. Mamma pensava che spacciavo, non mi sentivo di dirle che mi prostituivo".

Uno degli arrestati: "Mai dato droga" - Marco Galluzzo, destinatario di una delle ordinanze di custodia cautelare per cessione di sostanze stupefacenti emesse nell'ambito dell'inchiesta sulle baby squillo, è stato interrogato in carcere dal gip: "Non ho ceduto stupefacenti alle ragazze. Ero solo un cliente, le ho conosciute su internet circa quattro mesi fa e non sapevo che erano minorenni. Ci siamo visti in tutto tre volte, l'ultima nell'ottobre scorso. Le ho viste da solo, per ogni incontro pagavo circa 150 euro" avrebbe raccontato al giudice.