In vista del voto sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S, il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, in una nota sul caso Ligresti, definisce "assurde" le accuse che le sono state rivolte. "Non ho mai mentito né al Parlamento, né ai pm", ha ribadito parlando in particolare delle telefonate con il fratello di Salvatore Ligresti, Antonino, emerse dall'analisi dei tabulati. Nessun riferimento a possibili dimissioni.
"Su cosa avrei mentito appare incomprensibile", scrive la Cancellieri nella lettera di due pagine diffusa dal suo staff. "Rifiuto qualunque sospetto sulla correttezza del mio operato e sul rispetto delle regole come cittadina e come ministro".
"Non c'è nessuna contraddizione e nessuna menzogna, tutto è limpido e sereno" - ha ribadito poi al Gr1. "Qui non si tratta di due, tre, cinque o dieci telefonate. Credo che sia stata montata una questione su questa telefonata, un fatto che è in ininfluente rispetto alla questione in sè". Quanto alle dimissioni, "dal primo giorno - ha ribadito - ho detto che se sono di peso al mio Paese me ne vado".
Letta: "Fiducia non cambia" - Il ministro Cancellieri è stato ricevuto questa mattina dal premier, Enrico Letta. Un colloquio chiarificatore, spiegano fonti di governo, al termine del quale per il premier sulla sorte del ministro non cambia nulla e valgono le parole e gli attestati di fiducia espressi dal presidente del Consiglio durante l'intervento del ministro in aula.
Cuperlo: "Valuti con Letta se andare avanti" - Da più parti, però, si chiedono le sue dimissioni. "Io penso che, alla luce di quello che sta accadendo, sia utile che il ministro stesso con il presidente del Consiglio verifichi se ci sono ancora le condizioni per andare avanti con serenità nel suo ruolo di guardasigilli", ha detto Gianni Cuperlo. "Ho letto delle nuove intercettazioni che sono state pubblicate: la prossima settimana il gruppo del Pd si riunirà per esaminare i nuovi elementi e discutere della mozione di sfiducia".
Vendola: "Avrebbe fatto bene a dimettersi" - Contro il ministro anche Nichi Vendola, presidente di Sel e governatore della Puglia. "Quella telefonata presenta un quadro di assoluta inopportunità, il ministro della Giustizia avrebbe fatto bene a rassegnare le dimissioni".