Smiley, la famosa faccina sorridente che ha conquistato il mondo, è in realtà un marchio registrato nel 1971 da Franklin Loufrani, fondatore della Smiley Company. Un cerchio giallo, che ricorda l’immagine stilizzata del sole, con due puntini neri al posto degli occhi e un semicerchio che rappresenta la bocca all’insù, proprio come quando si sorride: questa l’immagine iconica che tutti conosciamo e che ha sedotto, con il suo messaggio di positività e ottimismo, i più disparati settori del mercato e della nostra vita quotidiana.
Internet, cinema e tv, musica, videogames, arte e letteratura hanno spesso eletto a proprio simbolo la faccina gialla dal sorriso contagioso.
Moltissime le collaborazioni con i marchi più affascinanti del lusso e, in particolare, con il mondo della moda, da Moschino a Ellesse, sino ad arrivare alle ultime collezioni Pull&Bear e Loewe, uscite lo scorso mese di giugno.
La straordinaria storia di Smiley attraverso le diverse epoche e settori merceologici è una preziosa eredità di Nicolas Loufrani, figlio di Franklin, oggi proprietario del brand e CEO di una delle società di licenze più affermate sul piano internazionale. A lui si deve il merito di aver sviluppato lo “SmileyWorld”, il primo mondo di emoticons che oggi dominano la comunicazione moderna e che imprimono la propria immagine anche nel settore fashion, per comunicare un messaggio di stile al passo con le nuove tendenze.
Chi è Nicolas Loufrani? Quando e come ha avuto origine l’idea dello Smiley?
Sono nato il 17 dicembre 1971 a Neully, una piccola città vicino a Parigi. Mio padre Franklin era un giornalista e, proprio in quegli anni, ebbe un’idea molto semplice ma, al tempo stesso, geniale ed innovativa: marchiare con una piccola icona sorridente le notizie positive, in modo da porsi in contrapposizione a tutte quelle negative che dominavano sui media. Nel 1970 registrò il trademark della faccina che sorride che, in breve tempo, a partire dalla carta stampata, divenne oggetto dei primi contratti di licenza. La Smiley Company è nata il 1 gennaio 1972, due sole settimane dopo di me: siamo come due fratelli gemelli. Dopo il diploma, ho frequentato una business school, che però ho abbandonato l’anno successivo per lanciarmi nel mondo degli affari e aprire un’azienda in Senegal con il mio migliore amico. Nel frattempo la Smiley Company, condotta da mio padre, aveva visto quasi azzerare il proprio business; ho così deciso di prendere in mano la situazione e di trasferire la sede operativa da Parigi a Londra, in una prospettiva di rilancio. Ero convinto che servisse dare a Smiley una personalità, farlo diventare un vero e proprio personaggio, realizzandone tante diverse versioni che rappresentassero tutte le emozioni umane: fu così che nacquero le prime emoticons della storia. Oggi Smiley Company ha oltre 300 collaborazioni attive e vanta un impero da 500 milioni di dollari l’anno.
Recentissime le collezioni con i famosi brand Pull&Bear, lo scorso 6 giugno, e Loewe, l'11. Quali sono i principi che ispirano i due importanti progetti che ancora una volta interessano il settore fashion?
Con Pull&Bear abbiamo realizzato una linea di abbigliamento e accessori che richiamano l’idea di estate e di spensieratezza, utilizzando linee morbide, vestibilità over, colori pastello: camicie, jeans, felpe, t-shirt, giubbotti, calzini, bijoux e shopper con impresso il nostro logo in perfetta chiave anni ’80-’90. La collaborazione con Loewe nasce invece dall’idea di creare una collezione dedicata ad Ibiza, in quanto Smiley fa parte della storia dell’isola, grazie al legame che lo unisce alla musica elettronica sin dagli esordi. Insieme abbiamo creato una capsule fantastica e uno shooting straordinario. Alla base del progetto il desiderio di trasmettere un messaggio di libertà e gioia, che accomuna la electro-house e il nostro simbolo iconico.
Qual è più in generale il rapporto di Smiley con la moda?
Tutti i prodotti sono importanti per noi: d’altronde la mia intenzione, sin dalle origini, è sempre stata quella di vendere merchandise, rispettando però in ogni forma il nostro DNA. ll concept di Smiley, simbolo globale di felicità, ha un ottimo riscontro nel settore moda. Negli anni abbiamo realizzato molte collezioni di abbigliamento, accessori e calzature. Abbiamo iniziato a lavorare con il fashion nel 2006, collaborando con diversi stilisti per affermare il concetto di smile come logo. Ho perso il conto delle innumerevoli collaborazioni… se pensiamo soltanto alla SS20 abbiamo stretto partnership con Chinatown market, Ellesse, Pull&Bear, Lowe e abbiamo coperto anche il segmento bambino con una capsule collection per Zara Kids, rivolta al mercato tedesco. Oggi più del 50% del nostro fatturato è realizzato con aziende di moda. Per il futuro abbiamo in serbo due nuovi progetti in Asia e un altro con un brand americano di grande successo…perché, ovunque ti trovi, hai sempre bisogno di un sorriso!