In vista del voto sulla mozione di sfiducia al ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, per la vicenda delle telefonate ai Ligresti, Pippo Civati, candidato alla segreteria del Pd, torna alla carica, e spinge perché il partito si esprima in blocco chiedendo la testa del Guardasigilli. "Siccome oltre a me anche Renzi ha fatto capire di volere le dimissioni - spiega - è probabile che la decisione passi" all'interno del partito.
"Chiedo - scrive infatti Civati sul proprio blog - che il gruppo del Pd voti questa decisione al suo interno", nel momento in cui l'assemblea del partito sarà riunita (entro mercoledì, pare) per decidere la linea. E su questa linea il candidato alla leadeship chiede anche l'appoggio esplicito del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che "conta su una larga schiera di deputati (i 'suoi' e i fassiniani, i veltroniani, i lettiani, i franceschiniani che lo sostengono)".
La presa di posizione di Civati arriva dopo la diffusione di nuove intercettazioni, pubblicate su Repubblica, di una telefonata tra il ministro Cancellieri e Antonino Ligresti, fratello di Salvatore: una chiamata effettuata, sottolinea il quotidiano, il 21 agosto, poche ore prima che i pm torinesi interrogassero il ministro come teste. Che cosa si siano detti, non si sa. Quel che è certo è che si sono parlati, una telefonata lunga 7 minuti e mezzo.
E nei tabulati risultano anche "numerose telefonate" tra Sebastiano Peluso, il marito della Cancellieri, e i famigliari di Salvatore Ligresti: nulla di penalmente rilevante, comunque, anche per la Procura di Torino, per la quale la Cancellieri non è indagata.