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60 frame: "Non siamo solo rapper"

Giorgio Strada, Daniele Pacazocchi e Lorenzo Giustozzi con "L'astronauta"

© Ufficio stampa

I 60 Frame sono un trio della provincia di Ascoli Piceno, formato da Giorgio Strada (voce e synth) e dai due rapper Daniele Pacazocchi e Lorenzo Giustozzi. Il singolo che lanciano è "L'astronauta" che ha un tema di critica sociale molto forte, senza però tralasciare un messaggio di speranza per il futuro. Quest'estate si sono classificati terzi al Festival di Castrocaro, mentre attualmente sono impegnati con il concorso di Area Sanremo.

Come e quando nascono i 60 Frame?
I 60 frame nascono nel 2010. Casualmente ci ritrovammo in studio per fare dei lavori personali e ascoltandoci a vicenda ci accorgemmo all’unanimità che messi insieme potevamo dar vita a qualcosa di nuovo. Siamo tre personaggi che mettono insieme tre personalità molto diverse e tre gusti musicali molto diversi, ma che insieme rappresentano una specifica traiettoria musicale, un ibridismo che a noi piace molto e che a quanto pare incuriosisce molto il pubblico.

Perché intitolare il brano "L'astronauta"?
L’astronauta è un personaggione che rappresenta il sogno nel cassetto che ognuno di noi ha. E' la storia di un bambino che sognava di fare l’astronauta ma che a causa dei conflitti che abbiamo oggi nella nostra società non riesce a realizzare quello che ha sempre desiderato. L’abbiamo intitolato “L’astronauta”, ma si sarebbe potuto intitolare “il panettiere”, “il pittore”, “il cantante” o “il barista”. Nel nostro paese una libreria ha chiuso a 10 giorni dall’apertura. Vogliamo lanciare un messaggio provocatorio ma che faccia riflettere. È importante realizzare i propri progetti, ma chi comanda deve dare una mano, mentre ora sta facendo l’esatto contrario.

Avete partecipato a Castrocaro, cosa avete imparato da quella esperienza?

Castrocaro è stata una sfida non solo con artisti di grande livello, ma anche con noi stessi. Non avevamo mai messo piede su un palco così bello, così grande, così importante, davanti alle telecamere e a milioni di spettatori. Invece è stata una magia; ci sentivamo proprio a nostro agio ed è stato come se facessimo da sempre quello che abbiamo fatto quella sera del 19 luglio. È un’esperienza che ti fa crescere artisticamente e anche personalmente. La consigliamo a tutti in maniera assoluta.

Puntate dritti al Festival di Sanremo?

Il festival di Sanremo è per noi un punto di partenza per continuare a fare musica e vogliamo a tutti i costi quel palco. Siamo molto determinati e per noi è come se fosse un importante colloquio di lavoro. Se non dovessimo partecipare non importa, noi ce l’avremmo messa comunque tutta e se non sarà per quest’anno, sarà per un altr’anno, no? Ariston, prima o poi da qui devi passar!

Avete un album già pronto? Cosa potete anticiparci?

Diciamo che la maggior parte del disco è pronto, ma aspettiamo il momento giusto per farlo uscire. Stiamo scrivendo ancora molto, quindi abbiamo parecchio margine sulla scelta dei brani. Al momento non possiamo anticipare nulla, ma quando leggerete o ascolterete “è uscito il primo album dei 60 Frame”, acquistatelo. Ascolterete qualcosa di veramente nuovo, ne siamo convinti (senza presunzione ovviamente).

Quali sono i rapper italiani di riferimento e chi tra quelli internazionali?

Molti ci definiscono rapper o comunque ci mettono nella categoria Rap; in realtà i 60 Frame sono composti tecnicamente da due persone che rappano e una persona che canta. Noi ci teniamo molto a differenziare il Rap come genere musicale e il Rappare come modo di cantare o parlare. Il rap è un genere in cui le cose vengono dette con molta schiettezza. Il rapper è spietato. Il vero rapper è una persona che ha molto da raccontare, che protesta. Il più delle volte il rapper è incavolato nero e ti sputtana. Noi siamo troppo tranquilli e paciosi e anche fortunati sotto alcuni punti di vista. A noi piacciono i giochi di parole. Noi non sbattiamo in faccia quello che pensiamo ma lo raccontiamo come in una chiacchierata. Chiamiamolo Rap Cantautoriale se vogliamo. Fatta tutta questa premessa, diciamo che no, non abbiamo un modello di rapper ovviamente, ma abbiamo molti modelli tra band, cantautori, musicisti e quant’altro. Però Eminem è un mostro!