MACABRO RITROVAMENTO

Niger, strage di immigrati nel deserto In 87 muoiono per la fame e la sete

I corpi al confine con Algeria. Tra loro anche donne e 48 bambini, tutti morti all'inizio di ottobre nel tentativo di attraversare la frontiera

© Afp

Ancora una storia di orrori legati all'immigrazione. I cadaveri di 87 persone sono state scoperte nel deserto nigerino a una decina di chilometri dalla frontiera con l'Algeria. Le vittime, 7 uomini, 32 donne e 48 bambini, decedute per la fame e per la sete, si aggiungono ai corpi di 5 tra donne e bambine dello stesso gruppo di clandestini, scoperti giorni fa dall'esercito nigerino. Sono tutti morti a inizio ottobre.

I loro corpi, decomposti o seccati dal sole, sono stati trovati in un raggio di una ventina di chilometri. Non insieme, ma a piccoli gruppi, spesso composti da una donna e dai suoi figli, tutti piccolissimi. Era una tragedia già scritta, anche se, per confermarla, mancava l'elemento più importante: i cadaveri di cui si sospettava l'esistenza da quando sono stati abbandonati in pieno Sahara da chi li dovevano portare al di là del confine con l'Algeria e che invece li hanno lasciati nella sabbia, per il guasto di uno dei due camion. Sempre che questa motivazione fosse vera e non sia invece la prassi degli scafisti che si liberano dei loro passeggeri gettandoli in mare a metà del viaggio.

Gli immigrati, forse un centinaio, erano partiti dal Niger, prima da Agadez e quindi da Arlit, a bordo di due vecchi camion, con passaggi pagati a caro prezzo. La destinazione finale era Tamanrasset, città dell'Algeria meridionale, dove già c'è un piccola comunità di nigerini che vivono, tra stenti e disperazione, chiedendo l'elemosina lungo le strade.

Abbandonati nel deserto - Per quelli partiti da Agadez il viaggio si è interrotto nel deserto, senza lasciare loro scampo. Quando hanno capito che gli autisti dei camion erano scappati e che nessuno sarebbe arrivato, dopo avere consumato le ultime razioni di acqua, hanno cercato la salvezza incamminandosi nella sabbia, alla ricerca di un'oasi o con la speranza di imbattersi in un convoglio non di feroci contrabbandieri.

Morte atroce - Una ventina, soccorsi da un camionista, sono riusciti a raggiungere il confine e quindi Tamanrasset. Un uomo, anche se resta difficile da crederlo, avrebbe camminato per un'ottantina di chilometri tornando ad Arlit. Tutti gli altri hanno camminato per giorni, sin quando le forze li hanno sorretti. Poi sono crollati. La morte è arrivata quasi subito per i più deboli, i bambini, e per quelli che non hanno trovato il modo di ripararsi dal sole.