Il dispositivo votato a maggioranza dalla Giunta per il regolamento del Senato che consente di votare a scrutinio palese la decadenza di Berlusconi in realtà non mette completamente al "riparo" dalla possibilità (ancora viva) di fare ricorso allo scrutinio segreto. Ed è molto probabile che si dovrà interpellare di nuovo la stessa Giunta per scongiurarlo. Il discorso riguarda sostanzialmente due articoli del regolamento: il 135 ter e il 113 (3-4-5 comma).
Ma prima di tutto va fatta una premessa: a norma del regolamento, se tutti sono d'accordo e non sollevano obiezioni attraverso la presentazione di ordini del giorno la proposta che arriva in Aula da parte della Giunta per le elezioni e immunità del Senato si considera approvata. Senza bisogno di alcun voto. Se invece qualcuno vi si oppone, lo deve fare attraverso un ordine del giorno che deve essere messo ai voti. E qui entrano in ballo i due articoli già citati: il 135-ter e il 113.
Il dispositivo della Giunta per il regolamento di oggi, così come è stato scritto, introduce due grandi novità. Dice cioè che tutti i casi di pronunce di decadenza per incandidabilità sopravvenuta (non però gli altri casi di contestazione come ad esempio quello di annullamento delle elezioni per riconteggio delle schede), dovranno essere votati da ora in poi a scrutinio palese. E sottolinea come tali casi non possano più essere considerati voti sulla persona (in questo caso lo scrutinio dovrebbe essere segreto), ma voti a tutela della composizione dell'organo parlamentare. Per i quali lo scrutinio deve essere palese. Tale pronuncia fa cadere la previsione della norma (il 135 ter) secondo la quale un gruppo di almeno 20 senatori può chiedere un voto segreto in difformità da quanto deciso dalla Giunta per le Immunità.
Ma qui entra in ballo l'altro articolo del regolamento, il 113 (3 comma), che consente, sempre ad un gruppo di almeno 20 senatori di chiedere il voto segreto per un altro motivo: cioè la corretta applicazione degli articoli della Costituzione che vanno dal 13 al 32 (ad eccezione del 23). Nel caso Berlusconi, ad esempio, nonostante la pronuncia della Giunta, un gruppo di 20 senatori del Pdl potrebbe sempre presentare un ordine del giorno per chiedere il voto segreto visto che a loro avviso con la legge Severino si metterebbe in discussione l' articolo 25 della Carta, quello che riguarda l'irretroattività della norma. Ma i pidiellini dovrebbero motivare bene le loro ragioni perché il regolamento a questo punto consente solo al presidente di decidere il da farsi, alla luce ovviamente di quanto deciso oggi dalla Giunta per il Regolamento. E lui potrebbe tornare a consultare la stessa Giunta.