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Omicidio Joele, parlano i genitori

“Non cerco vendetta, ma solo giustizia”, dice il padre Ivan Leotta

Non vendetta, ma giustizia. Questo è quanto sperano di ottenere i genitori di Joele Leotta, il 19enne brutalmente ucciso domenica 20 ottobre nel proprio appartamento in Lower Stone Street, nel Kent. Il ragazzo si era recato in Gran Bretagna per imparare la lingua e trovare un lavoro.

Giusto il tempo di tornare a casa a Nibionno, in provincia di Lecco, e riabbracciare il figlio piccolo Massimo, che in questi giorni vive da alcuni parenti lontano dalle telecamere. Ivan e Patrizia Leotta non riescono a darsi pace per la morte di quel figlio, un ragazzo semplice, che amava il basket ed era stato educato al rispetto per gli altri.

Lunedì 28 ottobre il processo ai quattro giovani lituani indagati per omicidio. La pista del pestaggio causato dall’abuso di alcol e dall’odio razziale è la più battuta. C’è anche una seconda ipotesi - più fiacca - sull’omicidio: quella dello scambio di persona. La stanza della vittima era abitata da altri fino a poco tempo prima. I quattro sono accusati anche di avere inferto gravissime ferite ad Alex Galbiati, l'amico di Joele sopravvissuto al brutale assalto. In totale la polizia ha arrestato dieci uomini.