Educazione amarcord

Zaia: "I bambini diano del lei alle maestre sin dalle elementari"

La proposta del presidente del Veneto per insegnare ai più piccoli il concetto di autorità e la distinzione dei ruoli

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Fa discutere la dichiarazione fatta ieri dal presidente della Regione VenetoLuca Zaia, nel corso di una cerimonia di inaugurazione di unanuova scuola elementare a Badoere di Morgano: "Una volta si avevapaura anche del vigile urbano, adesso i bambini non hanno piùpaura di niente. Per forza, se anche le maestre si lasciano daredel tu".

Consapevole del fatto che le sue dichiarazioni avrebbero subito acceso il dibattito, lo stesso Zaia si affretta a spiegare meglio la propria posizione: "Non è un amarcord, io sono per la modernità ma vorrei porre la questione. Nella lingua inglese dare del tu alla regina è una cosa normale, in italiano usare il tu o il lei è un segnale di rispetto di rispetto dei ruoli. Fossi un formatore - ha proseguito - mi chiederei se sia più corretto nella formazione primaria dei bambini far dare del tu a un insegnante, che rappresenta prima di tutto un'istituzione importante, oppure del lei. Forse - ha concluso - varrebbe la pena di approfondire".

Come racconta il "Mattino di Padova" esperti e genitori sono divisi. Carla Xodo, docente di Pedagogia generale all’Università di Padova mette in guardia: "Non bisogna dimenticare che la scuola elementare è la diretta prosecuzione di quella educazione fondata sull’affetto che avviene nella famiglia. Dunque è abbastanza naturale che, almeno all’inizio del processo scolastico, le modalità di rapporto siano più confidenziali".

Forse, suggerisce Isabella Milani, autrice del volume " L’arte di insegnare", le maestre, dovrebbero esigere il lei "a un certo punto del percorso elementare (dalla quarta magari). Possono spiegare ai bambini che quando erano piccoli non sapevano dare del lei, ma adesso sono grandi e devono esserne capaci".

A questo punto, sottolinea Zodo, "si porrebbe però, il problema della discontinuità: all’inizio il passaggio dal tu al lei può essere vissuto come una forma di distacco e in qualche modo lo è, ma si tratta da parte degli insegnanti di accompagnare lo sviluppo dei ragazzi".